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sabato 31 dicembre 2005

L'Unione di Gradoli


Nel giugno del 2004, dopo una accesa campagna elettorale, si insediò in Comune l’attuale amministrazione di centrodestra guidata da Gerardo Naddeo. E’ passato un anno e mezzo da allora, e riteniamo giusto informare i cittadini, di quanto accaduto fin qui.
Molte delle decisioni prese dalla attuale maggioranza, sono state contestate dall’opposizione, ritenendole dannose per il Paese, su altre, si è cercato un dialogo, consigliando strategie, per esempio su come affrontare il problema di piazza V. Emanuele. Siamo stati inascoltati, sono andati avanti per la loro strada, incuranti dei suggerimenti e delle critiche, il cui obiettivo era onestamente, solo quello di risparmiare a questo Paese inutili perdite di tempo o, come in alcuni casi, che più avanti vedremo, danni economici e di immagine notevoli.
Ma andiamo per ordine:
IL MERCATO
Il primo atto fu lo spostamento del mercato all’Ara, con il pretesto dei lavori della Piazza, che di fatto, iniziarono solo dopo un anno. Ma forse il mercato in piazza dava comunque fastidio a qualcuno.
VARIANTE DI SAN MAGNO
La precedente amministrazione aveva individuato un intervento sul lungolago, denominato “variante di San Magno”, che prevedeva lo spostamento della strada provinciale, facendola passare davanti all’entrata principale della chiesa di San Magno, come era in origine. Sarebbe nata intorno alla chiesa una isola pedonale, e a fianco, una vasta area che poteva essere adibita per concerti o altre iniziative. Questo intervento era già stato finanziato dalla Regione Lazio, i soldi: 100.000 euro erano a disposizione. Era stato già raggiunto un accordo con i proprietari delle aree interessate per l’acquisto, ma stranamente l’amministrazione decide di bloccare quel progetto. A “ qualcuno” non piaceva. Risultato: a distanza di un anno e mezzo, corriamo il rischio
di perdere quel finanziamento, tra l’altro a fondo perduto, avendo la Regione Lazio ricordato che o si spendevano quei soldi, come hanno fatto tutti i comuni da tempo, o sarebbero stati persi. La maggioranza è ritornata ora sui suoi passi, riaccettandolo. Non vogliamo neanche pensare all’ipotesi di poter perdere quei soldi, ma anche nel caso che il progetto si realizzi, perché abbiamo perso un anno e mezzo?
AUTOVELOX E PARCHEGGI A PAGAMENTO
Si sa, sono tempi duri, i comuni hanno problemi di soldi. L’Amministrazione comunale decide allora di fare cassa ricorrendo all’autovelox e ai parcheggi a pagamento. Come dire che sono sempre i cittadini a pagare. A proposito, ma che fine hanno fatto? Non è la prima volta che prendono decisioni che poi non riescono a portare a termine.
LA POLITICA
Come si è potuto notare è stato un periodo molto difficile per questa Amministrazione, d’altra parte lo possiamo capire, hanno avuto molto da fare, impegnati soprattutto in liti politiche interne. Alleanza nazionale è spaccata in due, il suo Presidente “cacciato” dalla giunta comunale e da quella del Comunità Montana, e il vicesindaco? Cari concittadini, noi possiamo capire che una persona, decida di cambiare schieramento politico, ma se si è stati eletti col centro-destra e si decide di passare poi al CentroSinistra, minimo, ci si deve dimettere, SOPRATTUTTO PER RISPETTO DI CHI TI HA VOTATO, non si può rimanere in Comune, continuando a ricoprire, tra l’altro, la carica di vice Sindaco.
CENTRO PER GLI ANZIANI
Le precedenti Amministrazioni avevano un grande obiettivo: la realizzazione di un centro di assistenza per gli anziani, un luogo dove potevano vivere, assistiti da personale qualificato. Oltre ad aver risolto il problema di molti anziani soli, avrebbe potuto creare diversi posti di lavoro. Era stata da anni individuata la sede ideale, sia per grandezza che funzionalità, tutti sapete quale. Era stato ottenuto un finanziamento regionale per l’acquisto. Al quale sarebbe seguito un altro per la ristrutturazione. Ma L’attuale maggioranza ha preferito comprare un piccolo appartamento; su due piani, inutile, non idoneo, in piazza Vittorio Emanuele. Tra l’altro non sanno bene ancora come utilizzarlo. Cosa ha spinto a questa assurda decisione? Può giustificare una semplice ripicca verso la precedente amministrazione, una scelta cosi grave e dannosa per tutto il paese? Ricordiamo che quel finanziamento è stato concesso con un fine ben preciso: centro per anziani.
Non potrà essere utilizzato diversamente. Vigileremo su questo. D’altra parte, che l’attenzione per le esigenze degli anziani non fossero tra le priorità di questa maggioranza, si era capito già dalla decisione di togliere il servizio di assistenza domiciliare.
PIAZZA VITTORIO EMANUELE
Per quanto riguarda i lavori di Piazza Vittorio Emanuele, ricordiamo che i consiglieri di minoranza fin da luglio 2005, in un consiglio straordinario da loro stessi richiesto, avevano dato suggerimenti su come risolvere i problemi della piazza. Sono stati inascoltati. Verrebbe da dire: “lega il somaro dove vuole il padrone”. Ma il Sindaco continua ad annunciare da mesi l’imminente ripresa dei lavori. Intanto il giudice di Viterbo, al quale il nostro Sindaco si era rivolto con un esposto contro la ditta, ha dato torto al Comune, condannandolo al pagamento delle spese processuali.
LA SECONDA SEZIONE DI SCUOLA MATERNA
Da anni la seconda sezione di scuola materna era a rischio chiusura. Ma mentre negli anni passati
si era riuscito ad evitarlo, agendo preventivamente, Questa giunta, con incredibile leggerezza, ha permesso
la sua chiusura. Salvo poi, tardivamente
“raccomandarsi” all’on. Volpini, deputato di centrosinistra, per tentarne la riapertura. Siamo però a dicembre, e vorremmo sapere in quale anno scolastico riaprirà.
ADDOBBI DI NATALE
Veniamo agli addobbi di Natale. Evidentemente hanno pensato che le precedenti amministrazioni comunali non sapessero fare i conti, visto che ogni anno spendevano soldi per noleggiare le luminarie. I nuovi amministratori invece, sentendosi più furbi, hanno pensato bene di comprarli. Risultato: Avremo ogni anno gli stessi addobbi, peccato che farli montare, smontare e sostituire le luci danneggiate, cioè la manutenzione, costa esattamente quanto il noleggio. Complimenti per l’intuizione.
SOLDI “SPESI BENE”
Ma il Comune ha problemi di soldi, e quindi decide di premiare tre dei nostri impiegati, riconoscendogli una indennità di responsabilità. Per fare le stesse cose di prima, nello stesso orario di lavoro, prendono 6000 euro in più all’anno, ciascuno. Complimenti! Non era era meglio assumerci un paio di giovani, anche part-time ?
UN PAESE TRASCURATO
L’attuale maggioranza in Comune, aveva presentato un programma elettorale centrato sullo sviluppo turistico. Di fatto, il lago non è mai stato così trascurato. Non esiste, secondo noi nessuna idea di sviluppo complessivo e anche il paese è abbandonato a se stesso.
Il nostro era considerato un paese piacevolissimo ed estremamente curato, purtroppo l’immagine generale è veramente caduta, e questo anche a detta di molte persone che di Gradoli non sono. Grazie!
PINOCCHIO
  • Il Sindaco, appena eletto, aveva annunciato che tra le prime cose da fare vi era il censimento dei terreni incolti, chi sa perché la considerava una priorità.
    Ma non ha fatto niente!
  • Il Sindaco aveva annunciato che Gradoli avrebbe avuto subito un nuovo distributore di benzina. L’avete visto?
  • Lo scuolabus avrebbe dovuto collegare Poggio Florido con il paese, come servizio anche pomeridiano per gli anziani e tutti i cittadini. Ma non ha fatto niente.
    Il Sindaco aveva annunciato un contributo economico per ogni bambino nato, ma non ha fatto niente.

NUOVI LAVORI
Ma un nuovo lavoro effettivamente è stato fatto: le scale che portano all’ambulatorio medico. Un lavoro necessario, lo riconosciamo. Ma il corrimano che c’era, che fine ha fatto? Siamo in inverno e riteniamo che quel corrimano sarebbe utile, se non indispensabile, specialmente per gli anziani.

ULTIMISSIME DI POLITICA
La cosa veramente incredibile è che non si riesce a capire a quale partito politico appartenga il Sindaco. Nel penultimo consiglio comunale, infatti, Il Sindaco si è molto arrabbiato, sostenendo che i gradolesi sapevano bene che la maggioranza in Comune, non era di centro-destra, ma bensì una lista civica. Forse è vero che noi gradolesi siamo rimbambiti, perché eravamo convinti che il Sindaco fosse stato candidato, nelle ultime elezioni provinciali, per Alleanza Nazionale. Apprendiamo ora, che invece il Sindaco, ha appena aderito, insieme al Presidente del COBALB, Massimo Pierangeli, (vi dice niente?) ad un nuovo gruppo politico, contro l’attuale dirigenza provinciale di Alleanza Nazionale, contro il Sen. Bonatesta, contro Laura Allegrini. Ora ha un nuovo alleato: l’ex Sen. Signorelli, che è di estrema destra. Chi riesce a capirci qualcosa è bravo. Dal giornale che il Sindaco ha inviato di recente a tutti noi, - Gradoli notizie - apprendiamo che ora dobbiamo ringraziare il sig. Piero Camilli, perchè nel periodo della vendemmia ha fatto sistemare, come consorzio Val di Paglia, qualche strada di campagna nel nostra paese. Siamo veramente all’assurdo. Un anno e mezzo fa, dovevamo ringraziare Laura Allegrini, - ve li ricordate i manifesti - e non abbiamo mai capito per che cosa, ora ci dicono di ringraziare Piero Camilli. La verità è che i gradolesi pagano ogni anno regolarmente la loro quota al Val di Paglia, perciò le strade vengono sistemate anche con i nostri soldi e non dobbiamo proprio ringraziare nessuno. Ma che stiamo al feudalesimo?

VI AUGURIAMO E CI AUGURIAMO BUONE FESTE SPERANDO IN FUTURO IN UNA AMMINISTRAZIONE COMUNALE MIGLIORE

Regalo di fine legislatura: Salò come la Resistenza

30.12.2005
Regalo di fine legislatura: Salò come la Resistenza
di red.

 Resta solo un mese a questa legislatura. Troppo poco per fare molte cose utili. Quanto basta per temere di veder approvata un’altra legge vergogna.

Non sono in gioco gli interessi del premier, questa volta, ma quella smania di riscrivere la storia d’Italia che anima troppo spesso lui stesso e i suoi alleati. Nonostante mesi di polemiche, l’11 gennaio approderà in aula al Senato il provvedimento che riconosce ai repubblichini di Salò lo status di militari belligeranti. Equiparandoli, per legge, a quanti combatterono per la libertà.

Il voto finale è già previsto per il 16 gennaio, in tempo per regalare una nota di revanchismo storico alla campagna elettorale. Non in tempo, fortunatamente, per arrivare all’approvazione finale della Camera.

«Trovo aberrante che la maggioranza del Senato abbia voluto iscrivere all'ordine del giorno dell'Aula per i primi di gennaio la proposta vergognosa di equiparare i reduci di Salò ai partigiani che contribuirono a liberare l'Italia dall'occupazione tedesca e dalla dittatura fascista», afferma il senatore Ds Walter Vitali. Ma «evidentemente si prosegue nel voler marchiare questa legislatura con l'infamia di un provvedimento del genere approvato anche in un solo ramo del Parlamento come pericoloso precedente per il futuro». Armando Cossutta, presidente dei Comunisti italiani, incita l’Unione ad impedire «l'ultimo oltraggio».

martedì 25 ottobre 2005

Un fiume contro la Moratti

Un fiume contro la Moratti. An provoca, tensioni dentro e fuori Montecitorio
di Valentina Petrini

 Il giorno più lungo per il ministro Moratti è un giorno di scontri, di migliana e migliaia di studenti in piazza contro le sue riforme, di tensione in Parlamento e di manganellate sotto Montecitorio. Il ddl 4735-b che rivede i criteri di reclutamento dei professori universitari arriva alla Camera per essere approvato in terza battuta. Per il governo è l’ennesimo tentativo estremo di far passare una riforma prima della fine della legislatura. Per gli studenti e i ricercatori universitari che questa riforma non la vogliono proprio, un giorno di mobilitazione nazionale a Roma.

Solo in serata alla Camera il ministro Moratti decide di prendere la parola dopo che la protesta fuori Montecitorio da semplice corteo –gli organizzatori parlano di 150mila presenze - si è trasformata in presidio, un sit in sotto le finestre del Parlamento.

«Mi meraviglio dei colleghi dell’opposizione –dice la ministra più contestata del governo Berlusconi che affermano cose non vere. La Conferenza dei Rettori Riuniti in passato mi ha sottoposto 14 richieste: 13 sono state accolte». Il ministro stenta a tenere la voce ferma. Poi all’applauso della maggioranza si rincuora e prende fiato.

Ma martedì mattina in piazza ci sono proprio tutti a dire che la Moratti mente: ricercatori, studenti, docenti, sindacati. C’è anche il rettore dell’università La Sapienza, Guarini. «Sono qui perché è un dovere essere chiari e trasparenti. Il mio appoggio alla protesta è incondizionato». Il rettore Guarini spiega che questa riforma creerà più problemi al futuro della formazione nel nostro Paese che al presente, «saranno le giovani generazioni a pagare il prezzo di queste scelte politiche». Perché? Il problema principale resta la precarietà, consolidata e non combattuta dal ddl Moratti. «Prima dell’estate sembrava che il governo avesse accolto il nostro punto di vista –spiega Guarini.- Poi dopo, con un colpo di mano, hanno presentato questo maxi emendamento per arrivare in fretta alle votazioni e delle nostre istanze non si è interessato più nessuno».

Tre i cortei che in mattinata si muovono per le vie di Roma contro il ddl. Pullman e treni arrivano da tutta Italia. A Montecitorio c’è il presidio di docenti e ricercatori. Poi verso le 14 anche gli altri cortei confluiscono davanti alla Camera. Dentro l’aula si vota il ddl Moratti, ormai al termine del suo iter parlamentare.

Escono due deputati di An, Ignazio La Russa e Mario Landolfi. Guardano oltre le transenne dove migliaia di manifestanti da martedì mattina stanno seguendo le votazioni. «Buffoni, andatevene…», dicono gli esponenti di Alleanza nazionale. La reazione della piazza è immediata. Urla, insulti, slogan contro la Moratti e tutta la maggioranza. Il clima si surrriscalda ancor più quando oltre a La Russa e Landolfi escono altri esponenti del centrodestra a istigare i manifestanti.

«Che responsabilità è questa, che bisogno c’è di istigare questi ragazzi. Stanno manifestando. Credo che uomini di istituzione non debbano compiere errori così gravi». Alba Sasso, ds, corre in piazza a dare il suo sostegno a chi martedì è in sciopero. Con lei arrivano numerosi esponenti del centrosinistra. Il vicepresidente della Camera Fabio Mussi fa arrivare bottigliette d’acqua a agenti in assetto antisommossa e manifestanti, per calmare gli animi.

Da via degli Uffici del Vicario, accanto a Montecitorio, un gruppo di studenti con il volto coperto cerca di arrivare davanti alla Camera. La polizia circonda e blocca tutte le vie d’accesso alla zona. Qualche lancio di fumogeni. Poi il gruppo si disperde per cercare di fare il giro dall’altra parte. Intanto dietro le transenne aumenta il numero dei manifestanti. In principio i cortei erano tre. Uno che partiva da piazza Esedra, uno da piazzale Aldo Moro, davanti all’università La Sapienza e l’altro era un presidio permanente davanti alla Camera per seguire le fasi del voto.

Il resto della cronaca è un botta e risposta tra la piazza e il centrodestra. Esce Gustavo Selva di An. Vuole passare ad ogni costo da via degli Uffici del vicario, occupata dagli studenti. «E’ un mio diritto, fatemi passare». Loro, in risposta, gli comprano un gelato al cioccolato e glielo consegnano.

Esce Daniela Santanchè, sempre An, che molto elegantemente si volta verso i manifestanti e mostra il dito medio. Una giornata di provocazioni.

Dentro la discussione politica continua. Il presidente della Camera Casini è costretto più volte a richiamare maggioranza e opposizione all’ordine. La tensione è già molto alta quando, ad un tratto, arriva la notizia di una carica in via del Corso in seguito alla quale sarebbero rimasti feriti tre studenti, tra cui una ragazza e cinque persone sarebbero state identificate. La Questura nega di aver ordinato una carica. E in effetti gli agenti che hanno inseguito a suon di manganellate un gruppo di studenti bolognesi e padovani fin dentro la Galleria Colonna vengono fermati da altri agenti e carabinieri. Casini comunque, sollecitato da Rifondazione, telefona al Viminale per sapere cosa è successo. Ma non sospende la seduta.

Dalle finestre si percepiscono forti e chiari gli slogan del sit in.Il governo decide di inviare Valentina Aprea, sottosegretario alla Cultura, a parlare con studenti e docenti. «Il ministro è disposto ad incontrare una delegazione»…Non riesce neanche a finire di parlare. «Ormai è tardi, - risponde la folla- nessuna delegazione. Sospendete i lavori L’Italia non vuole questa riforma».

In aula si va avanti, fino a sera. Mentre gli studenti defluiscono, alcune migliaia in corteo si dirigono verso l’università La Sapienza. E passando, con gli animi esacerbati, se la prendono anche con i giornalisti: con una cronista di Sky, con la sede del Messaggero. Solo qualche decina di loro è deciso a passare la notte lì, davanti a Palazzo Chigi. Tanto per far capire che «nessuno torna a casa». E alla Bocconi, il “tempio del sapere economico” a Milano, si fa sapere che c’è già in programma un nuovo presidio per venerdì 28. Aspettano la Moratti, all’inaugurazione dell’anno accademico.

da l'Unità online del 25/10/2005

venerdì 14 ottobre 2005

Il discorso di Piero Fassino alla Camera, Dichiarazione di voto finale sulla riforma elettorale della Cdl


Signor Presidente, vorrei iniziare da una considerazione molto semplice. In quale paese democratico una maggioranza, alla vigilia di un voto, ridisegna da sola la legge elettorale. Vorrei semplicemente che partissimo da questa considerazione. Onorevole Fini - mi rivolgo a lei, che certamente mi ascolta un po' di più rispetto ai suoi deputati -, abbiamo mai letto su un giornale che in Austria, in Spagna, in Inghilterra, in Germania, in Danimarca, in Svezia o in Portogallo - prendete qualsiasi paese democratico del nostro continente - alla vigilia di un voto che si cambino le regole? Ciò non è mai accaduto. Abbiamo, invece, dei buoni esempi. Basterebbe pensare alla Germania, dove il Cancelliere Schroeder, qualche mese fa, di fronte a dei rovesci elettorali ha pensato che fosse giusto verificare se aveva o meno la fiducia dei tedeschi. Egli è andato alle elezioni e non ha chiesto di cambiare prima la legge elettorale. Così non è accaduto e non accade in nessun altro paese. Nessuno lo fa. Nessuno lo fa per una ragione che tutti sappiamo essere fondata, ossia che una legge elettorale deve essere una legge imparziale, riconosciuta da tutti, una regola del gioco che non può essere piegata alle convenienze e agli interessi di questa o quella maggioranza politica. Tanto è vero - lo ha ricordato bene l'onorevole Mattarella - che nelle grandi democrazie la legge elettorale non la si cambia mai, o la si cambia rarissimamente, proprio perché cambiarla continuamente offre il destro all'instabilità e al sospetto che chi la cambia lo faccia per piegarla alle proprie convenienze. Seconda considerazione: in ogni caso, quando si cambia la legge elettorale, lo si fa sulla base di un consenso tra tutte le forze politiche principali. Ci sono addirittura Costituzioni in Europa, che prevedono che la legge elettorale non possa essere cambiata se non da maggioranze qualificate, cioè più ampie di una maggioranza di Governo. Ebbene, voi vi siete mossi contravvenendo esattamente a questi due principi. Avete deciso di cambiare la legge elettorale alla vigilia di una campagna elettorale molto impegnativa, come sappiamo tutti, e avete deciso di farlo da soli. Eppure non era questo il vostro convincimento. Già Franceschini vi ha fatto, l'altro ieri, alcune citazioni. Permettetemi di aggiungerne alcune altre. Penso all'onorevole Pisanu, che oggi passa per un ministro particolarmente attento al suo ruolo istituzionale e moderato. Era assai meno moderato nel 2000, quando diceva: sia chiaro fin da ora che il tentativo di imporre una legge elettorale di parte aprirebbe uno scontro parlamentare senza precedenti e la responsabilità ricadrebbe interamente su chi lo fa. Straparlano (saremmo stati noi)! Forse adesso straparlate voi, onorevole Pisanu! Penso all'onorevole Bossi, il quale diceva: se il centrosinistra decidesse di andare avanti da solo, sarebbe un altro imbroglio; ho sempre sostenuto che hanno la mentalità nazista, adesso hanno la possibilità di dimostrarlo. Presumo che adesso, comportandovi voi così, siate voi i destinatari di questo giudizio dell'onorevole Bossi! Penso a un uomo, che anche lui passava per essere moderato, l'ex ministro Giuliano Urbani, il quale disse: nemmeno Milosevic provò a cambiare le regole elettorali a campagna elettorale in corso! Presumo che oggi l'onorevole Berlusconi sia peggio di Milosevic! Potrei continuare, ma vi risparmio. Quello che voglio dire è che in realtà anche voi sapete benissimo che cambiare una legge alla vigilia della campagna elettorale e facendolo da soli, sottraendosi a qualsiasi confronto, è un atto di imposizione e di arroganza. E allora perché lo fate? Lo fate per due obiettivi. Il primo: volete evitare una sconfitta elettorale, che sentite incombente. Il secondo: per impedire alla prossima maggioranza, come ricordava l'onorevole Mattarella, di avere quell'ampio margine di voti, di cui avete goduto voi oggi. Voi avete governato in questo Parlamento con cento deputati in più in questa Camera e cinquanta senatori in più al Senato. Se non ce l'avete fatta non è per un problema elettorale o istituzionale, perché quando si ha una maggioranza così ampia si è in grado, se si ha la volontà politica, di decidere qualsiasi cosa! Se non lo avete fatto è per una ragione politica! Voi, non essendo stati capaci, pur con una maggioranza così ampia, di governare, volete impedire a chi eventualmente dovesse succedervi di avere una maggioranza con la quale poter governare! Questa è la verità! Andiamo infatti al merito della legge. Potevate proporci molte cose. Potevate proporci il proporzionale del modello tedesco, di cui avete parlato ampiamente. Addirittura un partito come l'UDC ce lo ha proposto per anni! Potevate proporci il modello elettorale che è in vigore in Italia per le regioni, che non è esattamente quello che proponete oggi, perché qui non c'è il listino di coalizione, che è l'elemento coesivo della coalizione. Potevate proporci altre cose. No! Ci avete proposto un proporzionale, che non esiste in nessun paese al mondo! E che è ritagliato unicamente sulle convenienze elettorali di questa maggioranza di Governo. Volete la riprova? Dopo aver messo mille sbarramenti (20, 10, 8, 3, 2), l'altro giorno avete introdotto lo sbarramento con lo sconto, perché avete introdotto una norma che dice che se anche c'è lo sbarramento del 2 per cento ciascuna coalizione ha la possibilità di avere un partito che se anche non arriva al 2 per cento però può avere dei seggi in Parlamento. Lo avete fatto perché vi sono alcune forze minori, che probabilmente non raggiungeranno il 2 per cento che si stanno interrogando se stare con voi oppure no! Avete quindi ridisegnato un profilo elettorale, unicamente per cercare di conquistare il consenso di queste forze politiche. Alla faccia dell'imparzialità della legge e della capacità di dare una legge che dia stabilità a questo sistema! La verità è che voi ci proponete una legge che aumenterà la frammentazione politica. Aumenteranno le liste elettorali, dunque i gruppi parlamentari e dunque probabilmente i partiti politici. Spezzate ogni rapporto di rappresentanza territoriale, perché noi, che siamo qui oggi, siamo tutti stati eletti in 475 collegi di 120 mila elettori l'uno e ciascuno di noi con quegli elettori un rapporto l'ha costruito! Quando da domani ciascuno di noi sarà eletto in una lista bloccata su base regionale di milioni e milioni di elettori, avrà maggiore difficoltà a rappresentare quegli eletti a cui deve rendere conto. Voi spezzate non solo il rapporto con il territorio, ma anche quello tra elettori ed eletti, con liste bloccate che riducono la possibilità per l'elettore di scegliere da chi farsi rappresentare. Insomma, si tratta di una legge che renderà meno stabile l'attività di questo Parlamento, meno stabili le maggioranze che si formeranno, di qualsiasi segno politico, dunque, meno governabile il Parlamento e meno governabile la maggioranza che dovrà governare il paese! Voi state proponendo una legge che accresce l'instabilità e l'ingovernabilità del paese e lo avete fatto, perché non siete in grado di stare insieme con il sistema maggioritario. Questa è la verità! Lo ha detto il Presidente del Consiglio qualche giorno fa: se, dopo tutte le liti che la destra ha avuto dopo la sconfitta delle elezioni regionali, la stessa andasse con il sistema elettorale attuale, non sarebbe in grado in nessun collegio uninominale di fare il pieno dei propri voti! Perché dove verrebbe candidato l'onorevole Follini, può darsi che non tutti gli elettori della Lega lo voterebbero e dove viene candidato il ministro Calderoli, può darsi che non tutti gli elettori dell'UDC lo voterebbero! Allora, l'unico modo per tenervi insieme è spezzare la vostra solidarietà, andare distinti, sperando, separati, di tenere quei voti che, uniti, perdereste soltanto! Insomma, voi ci state proponendo una legge che è unicamente pensata per evitare una sconfitta elettorale. Trovo del tutto legittimo che uno schieramento politico non voglia perdere, ma non è un buon motivo per cambiare la legge elettorale di un sistema democratico Per tale motivo, non consideriamo la partita chiusa qui questa sera. Questa legge dovrà essere esaminata al Senato; di qui ad allora continueremo a batterci, perché non si compia questo strappo e perché questo paese possa avere una legge elettorale più civile e più degna di quella che voi avete proposto questa sera! Ma il punto che voi eludete - mi rivolgo a lei, onorevole Fini, che è il Vicepresidente del Consiglio e che rappresenta in questo momento il Governo - è che la vostra crisi, quella crisi che vi ha portato alla sconfitta clamorosa nelle elezioni regionali di qualche mese fa, quella crisi che vi ha portato negli ultimi quattro anni a subire sconfitte in tutti i passaggi elettorali che, dal 2002 al 2005, l'Italia abbia conosciuto, non è dovuta al sistema elettorale. Quella crisi si chiama crescita zero! Quella crisi si chiama incapacità di governare l'economia, portandola ad un deficit del 5 per cento ed a un debito pubblico del 110 per cento! Quella crisi si chiama insicurezza sociale di molte famiglie italiane! Quella crisi si chiama malessere di tante categorie e di tanti strati della società italiana che, nel 2001, vi avevano guardato con speranza, pensando che voi sareste stati capaci di modernizzare il paese. Dopo cinque anni, essi constatano il fallimento della vostra politica! Per questo avete perso voti! Per questo rischiate di perdere le prossime elezioni! Non perché vi è un sistema elettorale che vi penalizza, perché, semmai, quello del 2001 vi ha dato un ampio margine di seggi in questa sede. Voi perdete perché avete perso il consenso del paese! Mi colpisce come in queste settimane si misura la differenza tra voi e noi. Noi del paese non abbiamo paura, tant'è vero che, nel momento in cui stiamo per avviarci in questa lunga campagna elettorale, abbiamo scelto di andare domenica prossima a chiedere a tutti gli elettori del centrosinistra di legittimare con il voto il nostro leader. Voi, invece, della gente avete paura, dei cittadini avete paura e avete paura delle donne, con lo strappo che avete consumato ieri! In ogni caso, e concludo davvero, voi oggi cambiate la legge elettorale, sperando di mettervi al riparo da una possibile sconfitta! Voi vi aggrappate come il naufrago all'albero di una nave che affonda! Non vi basterà, anzi gli italiani saranno ancora più severi e cambiare le regole del gioco, la legge non vi risparmierà una sconfitta severa che gli italiani vi infliggeranno!

venerdì 7 ottobre 2005

Fassino: più forte è Prodi più forte è l'Unione

L’importanza delle primarie è contenuta nel risultato che Prodi conseguirà nella consultazione popolare. Intervenendo a Reggio Emilia, durante il suo tour a sostegno della candidatura di Romano Prodi, il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha sottolineato come la campagna per primarie stia andando bene, ribadendo che si tratta di una straordinaria occasione di partecipazione democratica «un fatto inedito. Noi - ha aggiunto - stiamo lavorando perchè tantissimi elettori domenica 16 ottobre si rechino nei circa 10mila seggi allestiti in tutta Italia, partecipino alle primarie e votino Prodi, perchè quello che conta è il suo risultato. Berlusconi la sera del 16 ottobre infatti guarderà un solo risultato, quello di Prodi appunto, perchè sa che sarà lui il suo avversario. E' quanto più Prodi sarà forte tanto più noi avremo possibilità di vincere». Il segretario dei Ds prevede per le primarie del 16 ottobre una partecipazione «alta e lavoriamo perchè sia la più alta possibile».

Fassino durante la manifestazione, all'interno del teatro Ariosto di Reggio Emilia rispondeva alle domande di Andrea Purgatori sui temi dell'attualità politica. Si è parlato quindi anche della riforma elettorale della Cdl. «Il nostro impegno – sostiene Fassino - in questo momento è quello di sbarrare la strada a questa riforma di legge elettorale che rappresenterebbe lo stravolgimento di quella democrazia dell'alternanza e di quel sistema bipolare a cui l'Italia è faticosamente arrivata. Questo è il tema di cui dobbiamo occuparci ora. Se e come eventualmente tenere conto di una legge elettorale cambiata, lo decideremo solo quando sarà cambiata».

Tre le ragioni sostanziali che motivano l'opposizione al tentativo di modifica orchestrato dal centrodestra.
Primo, in qualunque paese civile la legge elettorale si cambia sulla base di un consenso delle principali forze politiche di maggioranza e opposizione;
secondo, la legge che si vorrebbe introdurre è una brutta legge che aumenterebbe la frammentazione politica e l'ingovernabilità allontanando sempre più la politica e i partiti dai cittadini;
terzo, perchè si tratterebbe di una legge elettorale pensata unicamente contro i danni di una sconfitta che il centro destra sente arrivargli addosso».

Sulla finanziaria approvata dal Governo il segretario Ds è stato netto: «è sbagliata e dannosa. Sbagliata perchè non consente di mettere in moto quell'economia italiana che 4 anni di cura Tremonti-Siniscalco hanno bloccato e gelato. Dannosa perchè scarica sulle famiglie ancora una volta costi gravi attraverso il taglio che il governo vuole fare nei trasferimenti agli enti locali. Tagliare lì significa tagliare servizi essenziali che riguardano la vita quotidiana di milioni di famiglie, l'assistenza agli anziani, quella per i disabili, gli asili nido, le politiche ambientali...».

Dal confronto con i precedenti governi di Centrosinistra emerge che «con Visco ministro delle Finanze, la pressione fiscale era calata di quattro punti senza gravare sull'erario. Pagare tutti per pagare meno porta dei risultati».

Tra le misure che i Ds e il centrosinistra propongono da tempo per favorire il rilancio della politica nel nostro paese c'è la Legge sul risparmio. Ad esempio una legge sul risparmio. «Sono oltre due anni che l'abbiamo proposta e ancora non è stato fatto nulla. Addirittura la nostra legge conteneva proposte di riforma di Bankitalia che non sono state accettate allora e che oggi vogliono tutti, anche se non si fa ancora nulla».

sabato 1 ottobre 2005

Approvata la finanziaria dei tagli

da l'Unità del 1 ottobre 2005
di Bianca Di Giovanni


È certo fin da ora: sulla Finanziaria si chiederà la fiducia, visto che il Consiglio dei ministri ha concesso la delega a chiederla ai due vice premier Tremonti e Gianfranco Fini. Non era mai successo che fosse annunciata così presto: è già blindatura.

I numeri La manovra complessiva è di 20 miliardi di euro: 11,5 miliardi rappresentano la correzione del deficit (manovra netta) richiesta da Bruxelles, pari allo 0,8% del Pil. Altri 4,5 miliardi sono destinati a cosiddette «spese incomprimibili», come il rinnovo dei contratti del pubblico impiego o il rifinanziamento del bonus per l'autotrasporto. Ma a giudicare dalla prime indiscrezioni i rinnovi contrattuali considerati corrispondono a circa la metà di quanto chiedono i sindacati. Infine, 4 miliardi saranno destinati allo sviluppo e alle politiche per la famiglia, che però saranno definite in Parlamento. Tremonti preferisce rivelare subito il numero di ore in cui è riuscito a scrivere la legge. «Un atto che è stato fatto in 80 ore e che è stato deciso in 4 ore, forse anche meno», ha detto. Un record? È una gara?

Non chiamateli tagli. Agli enti locali si «chiedono» 3 miliardi. «Ma la spesa sociale non sarà toccata - dichiara il ministro - si riduce in misura di 3 miliardi la spesa intermedia cioè auto blu, consulenze, costi della politica, costi amministativi. Chi per propaganda dice che sarà toccata lo fa per lucrare non so quale rendita politica». Si sa benissimo che né dalle auto blu (eliminate ad ogni finanziaria) né dalle consulenze si avranno quei 3 miliardi. Chissà qui chi vuole lucrare... Sui 6 miliardi tagliati dal bilancio pubblico l'atmosfera diventa surreale. Tremonti lo ha definito un «intervento simmetrico per i governi locali», mentre Silvio Berlusconi si è augurato che i cittadini siano contenti della misura, visto che «sono loro che risparmiamo. Il nostro concetto è far costare meno lo stato ai cittadini». Il premier è entusiasta, visto che non c'è «il paventato (da chi? da lui?) aumento delle rendite finanziarie». Cosa dice l'Udc che lo aveva chiesto a Siniscalco?

L'inganno su sanità e pubblico impiego. Anche in questo caso non si tratta di tagli ma di «risparmi sulla dinamica di spesa». Cioè? Per legge (sottolineiamo: legge) il fondo sanitario dovrebbe passare da 90 a 95 miliardi: invece passerà a 93 (anzi, a 91, perché 2 saranno destinati alla riduzione delle file d'attesa). Il fatto è che 95 miliardi sono il costo del livello minimo di assistenza adeguato ai «prezzi» del 2006. Se saranno garantiti solo 93 miliardi, nei fatti è un taglio di due miliardi. Ma non si può dire. Stesso meccanismo per il pubblico impiego, a cui si sottrae un miliardo. Così in tutto si arriva a 12 miliardi ricavati dal «dimagrimento» dello Stato. Tutte le istituzioni e gli organismi pubblici (Authority di controllo incluse, alla faccia della tutela del risparmio), oltre che gli esponenti politici sono chiamati a drastiche riduzioni di spesa. Resta la tassa sul tubo delle imprese energetiche pubbliche (Eni ed Enel): scompare per Telecom (privata). Da dove arrivano gli altri 8 miliardi?

La favola degli immobili. «Dovremo vendere immobili pubblici per 6 miliardi. Ci riusciremo», annuncia serafico Tremonti. Già nel 2005 sono rimaste al palo cessioni per 3 miliardi (Scip 3), mentre non si è chiusa la vendita delle strade. Se Tremonti dice che ci riusciremo, c'è da credergli.

Lotta all'evasione. La misura, che «vale» i rimanenti 2 miliardi di euro, è contenuta nel decreto legge che sarà immediatamente attuativo. Dal primo ottobre cesserà il sistema di affidamento in concessione della riscossione e «tali funzioni- si legge in una nota- sono attribuite all'agenzia delle entrate che le eserciterà per il tramite di “riscossione spa” (che verrà costituita dall'agenzia stessa e dall'Inps)». Molto soddisfatto il ministro Tremonti: «Abbiamo fatto una vera riforma del sistema esattoriale», Detto da un governo che vuole meno Stato e niente tasse, è una certezza. Sempre nel decreto compare lo stanziamento per il Tfr: 200 milioni per il 2006, 400 milioni nel 2007 e 600 nel 2008.

Imprese e famiglie. Le prime beneficeranno dell'abbattimento degli oneri impropri per due miliardi. Niente Irap, anche se «la sua abolizione resta un impegno per noi» aggiunge Tremonti. Uno smacco per chi ha fatto della cancellazione di quella tassa un vero cavallo di battaglia. L'acconto di giugno dovrà essere versato senza possibilità di appellarsi alla «situazione di incertezza». Confindustria tace (acconsente?). Alle famiglie è destinato 1 miliardo e 200 milioni da attingere a un fondo (4 miliardi) attivato presso la presidenza del consiglio. Le modalità con cui sarà utilizzato quel miliardo saranno definite in Parlamento: per ora dunque niente bonus. Per il resto è tutto molto «creativo»: 5 per mille per la solidarietà, niente tassa sui brevetti, vantaggi fiscali sulle plusvalenze (quelle di Ricucci e altri) diminuiti (il periodo di detenzione delle azioni sale a 18 mesi e l'imponibile su cui si applicano gli sconti scende al 95%). Ma quei vantaggi, inseriti da Tremonti, restano sempre.

giovedì 29 settembre 2005

Legge elettorale: la truffa nei dettagli di Giorgia Ariosto


La "legge truffa" approda in aula a Montecitorio, ma l'Unione promette battaglia per fermare la corsa contro il tempo della Cdl che da martedì prossimo vorrebbe avviare le votazioni.

La nuova bozza di riforma, che ha ottenuto mercoledì il via libera della Commissione Affari costituzionali con i soli voti del centro destra (l'Unione infatti ha abbandonato l'aula), è ora in discussione alla Camera e i tempi sono stati contingentati per accelerare al massimo l'iter del provvedimento. Il testo prevede il ritorno al sistema proporzionale puro -per cui spariscono i collegi uninominali - con il premio di maggioranza per la governabilità ( un minimo di 340 seggi alla Camera e 170 al Senato) per lo schieramento che prende più voti, e ben tre soglie di sbarramento nell'assegnazione dei seggi per la Camera.

Niente seggi dunque per i partiti inseriti in una coalizione che non superano la soglia del 2%, al di sotto della quale non contribuiranno nemmeno al risultato complessivo dello schieramento mentre è stato mantenuto lo sbarramento al 4 per cento per i partiti non coalizzati. Le coalizioni invece dovranno superare nel complesso il 10 per cento dei voti. Naturalmente anche i partiti che non superano gli sbarramenti potranno partecipare al premio di maggioranza e quindi contribuire alla coalizione che ha più voti ma non otterranno seggi. Un sistema che secondo il deputato Ds Antonello Cabras «riduce lo spirito di coalizione» oltre a mettere in discussione la stabilità del governo nascente. Cabras promette battaglia in Parlamento «con tutti gli strumenti a disposizione per contrastare una legge che fa comodo a loro». Presentati infatti circa 300 emendamenti soppressivi. E intanto slitta anche la votazione che non è detto inizi dalla prossima settimana.

«È chiaro che un sistema maggioritario premia di più la coalizione che è candidata a vincere" evidenzia il deputato Ds secondo il quale il vantaggio dell'Unione nei sondaggi dimostra il tentativo della maggioranza di «farsi le regole su misura» alla vigilia delle elezioni.



Saranno anche bloccate le liste di partito per cui non sarà possibile per gli elettori esprimere preferenze tra i candidati della lista prescelta, mentre al momento di depositare i simboli i partiti saranno obbligati ad indicare il nome del proprio candidato premier. Ma il blocco delle preferenze non piace all'Udc che presenterà un emendamento anche se- evidenzia il partito - non intende alzare barricate.

Dunque il cammino della legge truffa prosegue ma si preannuncia uno scontro durissimo mentre l'Unione continua a chiedere alla Cdl di fermare lo scempio.

Progetto per l'Italia: i principi e le azioni dell'Unione


Questo è il progetto nel quale l’Unione si riconosce e che propone alle italiane e agli italiani per la rinascita del paese, per un futuro di pace, di giustizia, di libertà, di benessere.
Questo è il progetto al quale i candidati alle consultazioni primarie fanno riferimento nell’indicare le proprie priorità programmatiche.
Questo è il progetto che quanti partecipano alle primarie come cittadini elettori dichiarano di condividere.


Costituzione
La Costituzione, i valori fondamentali che la ispirano e i diritti e i doveri che essa definisce sono il fondamento della Repubblica Italiana.
L’Unione si impegna a contribuire ad attuare pienamente i princìpi della Costituzione che va difesa, protetta e fatta conoscere come elemento costitutivo dell’identità stessa della democrazia italiana.
E’ la fedeltà ai valori di fondo della nostra Costituzione che potrà permettere di aggiornarla per rispondere alle nuove esigenze della società italiana, garantire una democrazia più efficiente, agevolare nuove forme di partecipazione, rendere il sistema delle istituzioni più equilibrato ed efficace nei rapporti tra Stato, regioni e autonomie locali.


Europa
L’Italia è legata all’Europa da una scelta irreversibile.
L’Europa unita, terra di diritti, realtà politica, economica ed istituzionale, offre il quadro di riferimento per lo svolgimento del nostro progetto nazionale, permette di costruire un’area di pace e stabilità che con l’allargamento si va estendendo all’intero continente, garantisce la migliore speranza di incidere sugli equilibri internazionali per edificare un mondo più giusto.
Per l’Italia, interesse nazionale ed interesse europeo coincidono.
Per questo, l’Unione si impegna a promuovere e a sostenere una forte integrazione economica, sociale e territoriale dell’Europa, garantita da istituzioni comuni al fine di far crescere l’occupazione e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
In questo contesto, la scelta e la realtà dell’euro sono irreversibili e richiedono una coerente gestione delle politiche economiche nazionali.
L’Unione si impegna a favorire l’adozione su scala nazionale ed europea di politiche capaci di assicurare una più forte coesione sociale, di ridurre disparità e disuguaglianze, di contribuire affinché l’Europa si affermi come un’area competitiva e all’avanguardia nell’economia della conoscenza.
E’ questa la via per rispondere alle aspettative, alle ansie e alle delusioni dei cittadini europei, per assicurare loro un futuro sostenibile di pace, di giustizia, di progresso e di sviluppo.

Pace, giustizia e libertà
La promozione della pace, della giustizia e della libertà tra tutte le genti è per noi un obiettivo e un dovere.
La pace fra le nazioni è un valore fondamentale iscritto nella nostra Costituzione. Essa può radicarsi in un mondo più giusto e il mondo sarà più giusto quando chiunque lo abiti sarà messo in condizione di esprimere tutte le sue capacità e sarà libero di scegliere il proprio destino. A questo valore della pace l’Unione resterà fedele e coerente.
Il nostro punto di riferimento è l’articolo 11 della Costituzione. “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tali scopi”.
Le Nazioni Unite, che sosterremo nel loro sforzo di rinnovamento e di adeguamento alla realtà di un mondo profondamente cambiato, sono la fonte della legittimità internazionale.
L’Unione Europea è la realtà attraverso la quale vogliamo essere protagonisti nel mondo.
Il rispetto degli impegni derivanti dai trattati e dalle convenzioni internazionali liberamente sottoscritti è un elemento essenziale della nostra azione, ispirata ai principi della pace e della sicurezza nel quadro del multilateralismo.
Il rilancio delle politiche di cooperazione allo sviluppo costituisce una componente fondamentale di una politica internazionale attenta e sensibile alle esigenze di un più equo e sostenibile rapporto tra il Nord e il Sud del mondo.

Sicurezza, democrazia e lotta al terrorismo
L’Unione considera la sicurezza individuale e collettiva come un bene essenziale che le istituzioni debbono garantire.
Questo è tanto più vero in un momento nel quale il terrorismo, nemico dell’umanità intera, porta violenza, distruzione e morte nel mondo.
Contro il terrorismo, per contribuire ad un mondo più sicuro e più giusto, per garantire la protezione dei propri cittadini e del proprio territorio nazionale, l’Italia deve promuovere e contribuire ad un’azione comune dei paesi europei e rendersi disponibile ad una stretta cooperazione su scala internazionale che veda partecipi i paesi arabi.
Consapevole che nulla valga più della vita, l’Unione è e sarà impegnata con tutte le proprie energie a contribuire a questo sforzo.
Il valore della sicurezza non può e non deve, tuttavia, mai essere messo in contrapposizione con il valore fondamentale della democrazia. La società italiana è e vuole restare una società capace di conciliare sicurezza e libertà nella difesa dello Stato di diritto.
I valori di libertà, di rispetto della dignità delle persone, di giustizia sociale costituiscono il fondamento stesso della nostra idea di democrazia e della nostra convivenza civile.

Reagire al declino. Una nuova economia, una nuova qualità ambientale, una nuova società.
L’Italia ha le energie necessarie per superare la crisi. Per tornare a crescere sono indispensabili una grande mobilitazione di tutti gli italiani e un profondo cambiamento capace di tenere insieme l’economia, la società e la qualità ambientale.
L’aumento dell’occupazione, il miglioramento delle condizioni di vita, una redistribuzione a favore delle realtà sociali che più hanno sofferto per la perdita del potere d’acquisto costituiscono condizioni essenziali per il rilancio del paese.
L’equilibrio della finanza pubblica dovrà essere ristabilito per fornire un quadro sicuro e stabile alle politiche pubbliche, ai consumi e agli investimenti privati rilanciando la competitività del sistema produttivo. Su questi obiettivi sarà definita la corresponsabilità dei diversi livelli di governo e ricercato il più ampio consenso delle parti sociali.
L’Unione si impegna a un rapido riorientamento delle politiche fiscali con obiettivi di lotta all’evasione e al sommerso, di equità e progressività, di sostegno alla produzione, al reddito, alle famiglie e alle politiche ambientali. Verranno assunte le iniziative necessarie a contrastare i privilegi legati alla rendita, le rendite di posizione e le distorsioni derivanti dai monopoli pubblici e privati.
L’Unione assume la sfida ambientale come occasione per la tutela e la conservazione del territorio e delle risorse naturali a partire dall’agricoltura e come opportunità di innovazione produttiva, di uso razionale dell’energia, di valorizzazione del territorio, di riqualificazione urbana, di espansione dei servizi.
Le politiche infrastrutturali e della logistica dovranno essere individuate in un quadro di programmazione e con meccanismi di decisione e finanziamenti partecipati, efficienti e certi.
L’Unione proporrà e sosterrà politiche industriali per rilanciare la produttività e qualificare l’impresa di fronte al nuovo ciclo tecnologico, alla necessaria evoluzione della nostra specializzazione produttiva, all’internazionalizzazione.
L’assoluta priorità sarà riservata al circuito della conoscenza: all’istruzione, alla formazione lungo tutto l’arco della vita, alla ricerca, al trasferimento tecnologico, all’innovazione.
Il lavoro dovrà ritrovare centralità ed essere rafforzato, promuovendo l’occupazione, contrastando la precarietà e sostenendo la qualità professionale. In particolare, dovranno essere mobilitate le risorse della nuova generazione, delle donne e degli anziani con politiche di promozione, di tutela sociale e con programmi pubblici per i servizi e per l’abitazione.
Attraverso la progressiva acquisizione dei diritti di cittadinanza potrà venire dall’immigrazione regolare un contributo nuovo al futuro del Paese in termini di crescita, di sostenibilità del welfare, di avanzamento della cultura della convivenza.
Sarà di peculiare responsabilità pubblica la garanzia dell’universalismo nella risposta ai diritti e ai bisogni fondamentali degli individui e delle famiglie, a cominciare dall’istruzione e dalla salute.
L’Unione si impegna a politiche attive per contrastare le povertà vecchie e nuove e ogni forma di esclusione sociale.
Sulla base di questi essenziali riferimenti dovranno essere rinnovate e rafforzate le politiche di welfare per garantirne la sostenibilità, la flessibilità, l’attenzione ai nuovi bisogni e per mobilitare nuove risorse sociali e private.
L’Italia di domani dovrà avere, assieme, più politiche pubbliche e più mercato, con una forte attenzione al contributo del volontariato e del mondo del no-profit. Le politiche pubbliche dovranno affermarsi in termini di grande orientamento e di tutela dei beni comuni e delle risorse collettive; il mercato dovrà essere il luogo della trasparenza e delle regole, dello sviluppo dei beni e dei servizi, della presenza attiva dei consumatori.
La semplificazione delle regole della Pubblica Amministrazione e dei suoi rapporti con i cittadini è una componente e una condizione di più efficaci politiche pubbliche.

Il Mezzogiorno
Il Mezzogiorno e i suoi giovani sono la grande opportunità del Paese. Il Sud, in una stagione nella quale il Mediterraneo può ritornare protagonista dell’economia e della geo-politica mondiale, è la vera sfida economica, sociale e culturale dei prossimi anni.
L’Unione si impegna per politiche di riequilibrio economico e occupazionale e di coesione sociale.
Una nuova stagione della legalità e la lotta contro ogni forma di criminalità organizzata sono condizione essenziale per il rilancio del Mezzogiorno e per la tutela e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente.
Nuove conoscenze, nuove competenze e nuova imprenditorialità rappresentano gli investimenti strategici e la migliore speranza per il Sud, per i suoi giovani, per l’Italia.


Giustizia e legalità
La giustizia e la legalità sono valori essenziali di una convivenza civile e democratica. Esse sono condizione indispensabile perché il potente e il prepotente non prevalgano, il debole non sia schiacciato, ogni cittadino sia libero dalla paura e tutelato nei suoi diritti, lo Stato di diritto si affermi sempre.
La lotta alla criminalità, alla corruzione e all’evasione fiscale sono un dovere dello Stato e delle istituzioni.
In questo contesto si colloca il diritto fondamentale dei cittadini ad una magistratura autonoma ed indipendente.
Non ci possono essere, tuttavia, né vera giustizia né vera eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge se la giustizia stessa non è amministrata con tempi certi e rapidi.
La certezza del diritto e della sua applicazione è elemento essenziale del vivere civile e dello sviluppo.
La correttezza, la trasparenza e la sobrietà dei comportamenti della politica sono condizione necessaria di una convivenza ordinata e rispettosa e per un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.


Bioetica e temi eticamente sensibili: nuovi diritti e nuove responsabilità
Sui temi eticamente sensibili come quelli della bioetica la politica si trova oggi su una nuova frontiera. Essa è chiamata a pronunciarsi con gli atti legislativi richiesti per regolare fenomeni che pongono problemi nuovi alla società e interpellano le coscienze.
Su questi temi, l’Unione si impegna a legiferare con attenzione, fedele al principio della laicità dello Stato, attenta all’equilibrio tra le libertà e le responsabilità delle persone, nel rispetto dei convincimenti etici e religiosi di ciascuno, aperta all’ascolto e al dialogo.
Sul tema dei nuovi diritti e delle nuove responsabilità che emergono in una società che cambia, l’Unione si impegna a promuovere strumenti giuridici capaci di offrire adeguata e giusta tutela alle esigenze della comunità e ai diritti civili e sociali delle persone.

Statuto dei Democratici di Sinistra


Statuto dei Democratici di sinistra

Modificato a Roma il 3/4/5 febbraio 2005


Parte Prima – Principi fondamentali

Titolo I – I valori

Articolo 1 – Valori fondanti

1) Costituiti sul convergere di differenti tendenze culturali e politiche che si rifanno ai valori democratici e antifascisti fondativi della Repubblica italiana, al pensiero socialista – nella pluralità delle esperienze storiche riconducibili alla tradizione democratica e riformista del Pci, del Psi e del movimento operaio italiano –, al pensiero laico e repubblicano, al pensiero cristiano sociale, al pensiero ecologista, aperti all’incontro con culture e movimenti che hanno messo al centro della loro azione i diritti umani e il valore delle differenze, il personalismo comunitario e la salvaguardia dell’ambiente, i Democratici di Sinistra assumono queste tendenze consapevoli della necessità della loro continua rielaborazione a confronto con le sfide della modernizzazione e del mondo che cambia e si uniscono per contribuire alla costruzione di una società aperta e plurale, libera e solidale, giusta e sicura

2) Il partito dei “Democratici di Sinistra”, cofondatore del Partito del Socialismo Europeo, aderisce all’Internazionale Socialista e si riconosce nelle idealità e nei valori del socialismo democratico.

3) Gli iscritti e le iscritte ai Democratici di Sinistra condividono i valori della libertà e dell’uguaglianza, dell’equità e della giustizia, del lavoro, della solidarietà sociale, della pace. Operano per affermare tutti i diritti di cittadinanza promuovendo uno sviluppo umano sostenibile e una società interetnica e interculturale.

4) Per i Democratici di Sinistra la libertà è strettamente legata all’uguaglianza e si fonda sul riconoscimento della differenza come valore, rifiutando ogni discriminazione di sesso e di orientamento sessuale, di razza, religione, cultura. La libertà nell’uguaglianza si afferma pienamente nella fraternità e quindi nella solidarietà che ne è la forma sociale. I Democratici di Sinistra si impegnano per il superamento delle disuguaglianze sociali e per la piena affermazione delle pari opportunità per ognuno. Il dispiegarsi delle libertà individuali trova la sua prima sede nelle dimensioni relazionali, familiari e comunitarie. In coerenza con questi valori, e con i principi della Costituzione Repubblicana, i Democratici di Sinistra assumono i diritti umani, i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini come criterio costitutivo della loro politica e si impegnano a promuovere una convivenza civile fortemente orientata allo sviluppo delle libertà individuali, al diritto di ogni donna e di ogni uomo a progettare e realizzare il proprio sviluppo umano e la propria cittadinanza civile e politica. Per i Democratici di Sinistra la cittadinanza è garanzia di diritti e di opportunità per gli individui e, insieme, assunzione di responsabilità di ciascuno verso la libertà degli altri e di tutti.

5) I Democratici di Sinistra condividono una concezione della politica che ha forte il senso delle sue ragioni fondanti e la consapevolezza del proprio limite. Aderiscono con convinzione all’idea e alla pratica di uno stato laico e sono per una politica fortemente orientata a valori. In una realtà di pluralismo etico e di fronte a questioni complesse e delicate come quelle che riguardano la vita umana, il nascere e il morire, le relazioni interumane, la non-violenza, il partito e la sua politica riconoscono e rispettano la libertà di coscienza di tutti e concorrono a delineare i tratti di un’etica civile condivisa.

6) I Democratici di Sinistra assumono pienamente la coscienza e la responsabilità verso tutte le specie viventi e la promuovono impegnandosi, in particolare, a salvaguardare le condizioni che rendono sostenibile sulla Terra la vita delle generazioni future.

7) Il partito “Democratici di Sinistra” è un partito di donne e di uomini che promuove la democrazia paritaria e il superamento della divisione dei ruoli tra donne e uomini nella società e nella politica. Assumono, pertanto, questo orientamento come costitutivo nell’organizzazione, nella democrazia e nell’elaborazione progettuale del partito.

8) Per i Democratici di Sinistra un rinnovato patto di solidarietà tra le generazioni è uno dei valori e degli obiettivi centrali per la ricostruzione di un più ampio patto sociale nel paese. Sono dunque impegnati a realizzare nel partito una forte promozione dell’adesione dei giovani, un dialogo costante tra le generazioni, un’elaborazione progettuale e un’iniziativa politica coerenti.

9) I Democratici di Sinistra assumono il valore della non violenza come principio regolatore delle relazioni tra le persone, tra i popoli, tra le nazioni, tra gli stati.

10) I Democratici di Sinistra sono un partito che si fonda sui principi di sussidiarietà e di federalismo solidale e che organizza la sua democrazia federale secondo i principi della democrazia di mandato.

11) I Democratici di Sinistra sono un partito in cui la sovranità appartiene alle iscritte ed agli iscritti che la esercitano secondo le modalità democratiche e le garanzie previste dal presente Statuto.

12) Il Consiglio nazionale dei Garanti verifica la coerenza degli Statuti regionali con i principi generali dello Statuto.

Articolo 2 – Il simbolo dei Democratici di Sinistra

1) Il simbolo del partito Democratici di Sinistra è l’immagine di un albero con chioma verde e tronco marrone piantato su un terreno di verde più chiaro. Il tronco si inserisce nel fogliame con quattro rami. Nella parte superiore intorno alla chioma dell’albero, si sviluppa la scritta DEMOCRATICI DI SINISTRA, di colore rosso. Accanto al tronco campeggia una rosa rossa con gambo verde. Nella parte inferiore, in bianco su fondo verde, c’è la scritta Partito del Socialismo Europeo. Il fondo del simbolo è bianco.

2) Il Segretario del Partito è responsabile del simbolo e ne autorizza l’uso secondo il regolamento approvato dalla Direzione nazionale.

Titolo II – L’iscrizione: diritti e doveri

Articolo 3 – L’iscrizione

1) Possono liberamente associarsi ai Democratici di Sinistra ogni donna e ogni uomo cittadini italiani, ovunque residenti, e cittadini dell’Unione Europea o di altri paesi che abitano in Italia o dove il partito abbia una struttura organizzata, che condivida le finalità, i valori fondanti e l’ispirazione programmatica del partito.

2) L’iscrizione è un patto politico che dà vita ad una reciproca assunzione di diritti e di responsabilità tra chi si associa e il partito. I contenuti e le regole del patto sono stabiliti in questo Statuto.

3) L’iscrizione al partito è individuale e annuale. La sua registrazione al fine della partecipazione alla vita democratica del partito avviene presso la Sezione del comune di residenza o di domicilio o di luogo di lavoro, pagando la quota di iscrizione prevista, e ricevendo la tessera.
La richiesta di iscrizione può esercitarsi anche tramite le sedi della Direzione nazionale, la Sezione online, le Autonomie tematiche e le Consulte di cui all’art 7 C, le Associazioni politico-culturali di cui all’art 9 secondo le modalità previste dal Regolamento per l’Anagrafe degli iscritti.
Presso il Dipartimento Organizzazione/Partito della Direzione nazionale e presso le strutture organizzative delle Unioni regionali e delle Federazioni viene istituito un Ufficio per le adesioni al Partito.
Tali Uffici avranno il compito di gestire il tesseramento, di promuovere, con apposite campagne, l’adesione, di registrare le richieste di iscrizione.
L’Ufficio nazionale registra le richieste di adesione pervenute direttamente alle sedi della Direzione nazionale o tramite la Sezione online, le Autonomie tematiche, le Consulte e le Associazioni politico-culturali e le trasmette tempestivamente all’Ufficio della Federazione di competenza. Questa le trasmette al Segretario della Sezione interessata, il quale ha l’incarico di contattare immediatamente il richiedente dell’adesione.
Le richieste sono depositate e datate, per iscritto o per e-mail presso i vari Uffici (nazionale, regionale, federale e presso la Sezione).
La richiesta di adesione alla Sezione deve essere accettata o respinta, in tal caso con motivazione scritta, entro un termine di quattro settimane; decorso tale termine si dà per acquisita la iscrizione.
Quando una richiesta di iscrizione alla Sezione del Partito viene respinta o vengono presentate obiezioni, l’interessato ha la possibilità di presentare ricorso all’Ufficio nazionale, che di concerto con l’Ufficio federale per le adesioni, adotta una decisione in un tempo breve.
Contro la decisione di quest’ultimo è possibile ricorrere presso il Consiglio di garanzia del livello superiore.

4) L’iscrizione, ai soli fini dell’elettorato attivo e passivo, è perfezionata dalla certificazione, all’associato o all’associata e all’organizzazione che ha rilasciato la tessera, da parte dell’Anagrafe degli iscritti.

5) Le iscritte e gli iscritti dei Partiti membri del PSE (Partito del Socialismo europeo) non italiani, residenti in Italia possono iscriversi ai Democratici di Sinistra e partecipare alla vita democratica del Partito.

6) L’Anagrafe degli iscritti registra e verifica l’unicità dell’iscritto anche in presenza di sua partecipazione a diverse articolazioni del partito. Sulla tessera sono riportate, a cura dell’organizzazione che l’ha rilasciata, anche le adesioni ad altre organizzazioni federate e l’avvenuto pagamento della quota associativa. L’Anagrafe archivia i dati delle iscritte e degli iscritti secondo un programma informatico unico nazionale, definito e annualmente aggiornato dal Consiglio nazionale di garanzia con il concorso delle Federazioni e delle Unioni regionali e da esse condiviso. La verifica dell’Anagrafe viene svolta annualmente dal Consiglio nazionale di Garanzia che nomina, nel rispetto del pluralismo, una sua sottocommissione incaricata di certificare l’Anagrafe degli iscritti. Laddove a livello di Federazione l’Anagrafe degli iscritti non sia stata istituita o non risulti adeguatamente aggiornata, il Segretario nazionale, previo parere del Presidente del Consiglio nazionale di Garanzia, nomina un commissario ad acta. La violazione delle norme per la correttezza dell’Anagrafe è considerata caso di danno al partito.

7) La gestione dell’Anagrafe deve essere adeguata ai fini di analizzare la composizione e l’insediamento del partito, ad organizzare la informazione delle iscritte e degli iscritti, a promuovere la loro consultazione e partecipazione democratica. L’Anagrafe degli iscritti opera sulla base di un regolamento approvato dalla Direzione nazionale del partito, in collaborazione con gli Uffici per le adesioni. La Direzione del partito delibera il Regolamento entro tre mesi dal suo insediamento.

8) L’iscrizione al partito è incompatibile con l’iscrizione ad un altro partito o a movimenti che presentino liste concorrenziali a quelle del partito in consultazioni elettorali, altresì con il sostegno a liste o coalizioni non sostenute dal partito. La dichiarazione di incompatibilità e la sua risoluzione sono regolate dal regolamento disciplinare.

9) L’iscrizione al partito è incompatibile con l’iscrizione o la partecipazione ad associazioni che comportino un vincolo di segretezza e forme di mutuo sostegno tali da porre in pericolo il pieno rispetto dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità della Pubblica amministrazione sanciti dalla Costituzione. Essa è altresì incompatibile con l’adesione a associazioni culturali e politiche che professino idee e pratichino politiche palesemente in contrasto con i valori fondanti di cui al presente Statuto.

Articolo 4 - Diritti e dei doveri delle iscritte e degli iscritti

1. I diritti delle iscritte e degli iscritti

Ciascuna iscritta e ciascun iscritto hanno il diritto di:

1) Trovare nel partito luoghi organizzati di confronto e di elaborazione politica collettiva e luoghi dove esprimere protagonismo e soggettività politica in un contesto comunitario di relazioni culturali, politiche, amministrative ed istituzionali.

2) partecipare, direttamente o in forma delegata, agli organi federali dove si esprime la sintesi politica del partito (Unione Comunale, Federazione, Unione regionale, Organi nazionali).

3) ricevere ogni informazione sulla vita del partito, sulle sue scelte, sulle discussioni avvenute negli organi dirigenti e sulle alternative proposte;

4) esprimere e sostenere in ogni sede, di partito o pubblica, le proprie posizioni ideali, culturali e politiche, anche difformi da quelle sostenute dalla maggioranza determinatasi nel partito;

5) esigere la regolare convocazione e di essere messi in condizione di partecipare ad assemblee di base e a riunioni degli organismi di cui fa parte;

6) le iscritte e gli iscritti hanno diritto di promuovere referendum su temi di rilevanza nazionale, regionale e locale, secondo modalità stabilite dall’apposito regolamento di cui all’ Art. 29 dello Statuto;

7) darsi forme di attività politica originali e autonome, riconosciute dalla loro unità di appartenenza, salvo motivato rifiuto;

8) costituire gruppi tematici o politici, riconosciuti dalla loro unità di appartenenza, salvo motivato rifiuto;

9) partecipare all’elezione degli organi dirigenti del partito, essere candidati a farne parte, essere candidati a far parte di delegazioni al Congresso ad ogni livello;

10) avanzare proposte di candidature per le elezioni, per gli organi dirigenti e le delegazioni congressuali, nel rispetto delle norme statutarie e regolamentali;

11) avanzare proposte di candidature, accettare e sottoscrivere candidature per le elezioni, nell’ambito della coalizione di cui il partito fa parte, nel rispetto delle norme statutarie e del regolamento della coalizione;

12) partecipare alle scelte programmatiche del partito e della coalizione di cui questo fa parte;

13) nel caso di dimissioni dal partito, motivare le ragioni della decisione in una riunione convocata su sua richiesta;

14) in presenza di inadempienze degli organi dirigenti dell’organizzazione di appartenenza, chiedere al livello di governo federale competente (Federazioni, Unioni Regionali, Direzione nazionale) di intervenire perché i propri diritti di partecipazione siano effettivamente esercitabili;

15) presentare ricorso agli organismi di garanzia e riceverne tempestiva risposta su inadempienze degli organi e su qualunque decisione presa nei propri confronti;

2. I doveri delle iscritte e degli iscritti

Unità e pluralismo sono tratti distintivi essenziali e inscindibili dei Democratici di Sinistra.
Gli iscritti e le iscritte ai Democratici di Sinistra non possono appartenere ad un altro partito o gruppo politico, eccettuati gli iscritti Ds all’estero che possono essere iscritti ad altro partito membro, non italiano, del Partito del Socialismo europeo o dell’Internazionale Socialista o a partiti progressisti e della sinistra democratica che condividano i valori fondamentali assunti nel presente Statuto.
Gli iscritti e le iscritte sono altresì tenuti a sostenere nei collegi le liste e i candidati che abbiano avuto il consenso del partito.
L’iscritto o l’iscritta che hanno aderito a un altro partito o raggruppamento elettorale, qualora si riscrivano ai Ds non possono concorrere a cariche elettive o incarichi pubblici per un periodo di un anno.

Ciascuna iscritta e ciascun iscritto hanno il dovere di:

1)rispettare le regole dello Statuto;

2) partecipare attivamente alla vita democratica del partito;

3) concorrere con il proprio impegno all’azione politica del partito;

4) pagare regolarmente la quota di iscrizione, secondo le loro possibilità e secondo le regole fissate dal Regolamento finanziario; contribuire al sostegno finanziario del partito.

5) Se l’organo di garanzia competente verifica che l’iscritto viola i suoi doveri statutari adotta le sanzioni conseguenti, proporzionali alla violazione.
Il Consiglio di garanzia del livello superiore all’iscrizione interviene qualora si verifichi ripetutamente da parte dell’iscritto, dell’iscritta o di un organo di partito un comportamento che nuoccia al partito e il Consiglio di garanzia del livello corrispondente non intervenga.
Le sanzioni, le modalità di appello, di intervento del Consiglio di garanzia del livello superiore e di eventuale riammissione dell’iscritto nei casi di espulsione sono stabilite dal Regolamento disciplinare approvato dal Consiglio nazionale di garanzia che provvede alla contestazione e al contraddittorio dell’interessato.
Costituiscono sempre motivo di cessazione dell’iscrizione il ritardo prolungato di almeno un anno nel versamento della quota di iscrizione o del contributo al partito da parte degli eletti o rappresentanti del partito in funzioni pubbliche, la violazione dei principi fondamentali dello Statuto.
Qualora l’iscritto intenda dimettersi, le dimissioni sono comunicate prima della scadenza annuale presso la struttura ove è iscritto.

3. I doveri del partito

E’ dovere del partito e quindi dei gruppi dirigenti, delle iscritte e degli iscritti nelle rispettive responsabilità statutarie:

1) promuovere la democrazia associativa e federale, organizzandola con trasparenza e regolarità;

2) promuovere la circolazione delle idee e delle opinioni, la formazione di sintesi culturali avanzate, la crescita e la valorizzazione di competenze e di capacità dirigenti attraverso l’organizzazione di opportunità ricorrenti di elaborazione e di formazione;

3) dotarsi di una rete di strutture permanenti di ricerca e di elaborazione capaci di alimentare l’autonomia culturale, progettuale e programmatica del partito a tutti i livelli;

4) fare del Programma fondamentale del partito l’asse portante di una dinamica democratica basata su specifiche procedure finalizzate a realizzare la condivisione consapevole e l’aggiornamento con le iscritte e gli iscritti;

5) rendere effettivo l’esercizio dei diritti e delle regole indicati nello Statuto, attraverso procedure aperte, in grado di favorire la partecipazione di tutte le iscritte e di tutti gli iscritti;

6) organizzare, in particolare, un sistema di comunicazione basato sulle tecnologie telematiche, adeguato a favorire il dibattito interno e a far circolare rapidamente nella rete organizzativa tutte le informazioni sulla vita del partito, sulle sue scelte, sulle riunioni e le deliberazioni degli organi dirigenti.

7) Se il Consiglio di Garanzia verifica che un organo o una struttura del partito ha violato i suoi doveri verso l’iscritto ne ristabilisce i diritti e determina le sanzioni per i responsabili, proporzionali alla violazione.

Articolo 4 bis – Albi dei non iscritti

La Direzione nazionale, con apposito regolamento, stabilisce le modalità con le quali le Sezioni potranno istituire albi di non iscritti al partito che si dichiarino interessati a partecipare alla sua vita organizzata. I non iscritti e le non iscritte hanno diritto ad essere informati sull’attività delle Sezioni e a parteciparvi senza diritto di voto. Il Regolamento potrà anche prevedere sperimentazioni limitate ad alcune aree territoriali.

Articolo 5 – Pari opportunità e norma antidiscriminatoria

1) Gli organi dirigenti e le organizzazioni del partito attuano tutte le iniziative necessarie per il superamento della divisione sessuale nell’attività politica, promuovendo azioni positive, secondo un Regolamento approvato dalla Direzione entro due mesi dal Congresso e sulla base delle indicazioni dell’Osservatorio di cui al comma 6.

2) Nel rispetto dell’attuazione della democrazia paritaria, di cui i valori fondanti del Preambolo del presente Statuto, nelle candidature, nelle delegazioni ai congressi, negli organi dirigenti e rappresentativi considerati nel totale della loro composizione elettiva e federativa con eccezione di quelli esclusivamente composti su base di rappresentanza federale, come nel caso della Conferenza prevista al successivo Art.20, ciascun sesso deve essere rappresentato in misura non inferiore al 40 per cento. Quando ciò non si verifica o si procede alla sostituzione di componenti del sesso sovrarappresentato con componenti dell’altro sesso, o si riduce il numero dei componenti la lista, la delegazione, l’organo dirigente in modo da riequilibrare la rappresentanza. Il mancato rispetto del presente comma costituisce grave violazione statutaria per la quale è possibile sulla base di motivato ricorso ai relativi livelli previsti dal regolamento nazionale dei Garanti, lo scioglimento – da parte delle Direzioni ai livelli competenti e con il parere favorevole del Consiglio dei Garanti – dell’organo di partito responsabile della violazione. Quando la violazione statutaria sia ascrivibile ad un’Assemblea congressuale, l’organo eletto in difformità viene dichiarato decaduto dalla Direzione del livello competente.

3) Le iscritte possono dar vita a forme autonome di attività e a strutture differenziate, anche in rapporto a non iscritte.

4) Le iscritte promuovono la Conferenza Nazionale delle donne che elegge una coordinatrice delle donne dei Ds. Il regolamento della conferenza è approvato dalla Direzione nazionale.

5) Il partito è impegnato ad applicare le norme di cui ai commi 1 e 2 anche nelle liste elettorali.

6) L’Osservatorio nazionale e gli Osservatori regionali di cui all’art. 33 verificano il rispetto della norma antidiscriminatoria e i risultati delle azioni positive di cui al comma 1 del presente articolo.

7) Le elette e gli eletti nelle assemblee elettive, a tutti i livelli, possono concordare che una quota del contributo, sulla indennità percepita da devolvere al partito, sia vincolata ad un fondo da destinarsi alle organizzazioni delle donne dei Democratici di Sinistra. Le misure e le modalità di erogazione sono stabilite nei Regolamenti finanziari dei livelli nazionale e regionale.

Parte seconda – L’organizzazione

Titolo I – L’assetto organizzativo

Articolo 6 – La rete federale

1) Gli iscritti e le iscritte, le elettrici e gli elettori dei Democratici di Sinistra sono soggetti centrali della dinamica democratica e dell’iniziativa del partito.

2) La rete federale è la struttura portante dell’organizzazione e della democrazia del partito ed è fondata sulle Unioni regionali che ne sono lo snodo fondamentale.

3) Il principio costitutivo della rete federale è promuovere le capacità di autogoverno di tutte le organizzazioni che ne fanno parte.


4) La rete federale dei Democratici di Sinistra è articolata in tre dimensioni fortemente collegate e coordinate: l’articolazione associativa, l’articolazione federativa, l’articolazione parlamentare e consiliare.

A. L’articolazione associativa

1) L’articolazione associativa del partito, nel territorio e nei luoghi di lavoro, di studio e nelle forme consentite dai mezzi informatici si costituisce sul libero e plurale associarsi di donne e di uomini ed è la dimensione centrale della presenza dei Democratici di Sinistra nella società.

2) L’articolazione associativa è fondata sulle Organizzazioni di base che hanno il compito di proporre, animare e organizzare la presenza e l’azione politica del partito nelle comunità locali anche attraverso autonomie tematiche e consulte.

B. L’articolazione federativa

L’articolazione federativa del partito promuove e organizza forme specifiche e parziali di adesione ai Democratici di Sinistra e forme pattizie di rapporto politico e programmatico con le cittadine e i cittadini, con i movimenti e con le associazioni che operano nella società.

1) L’articolazione federativa comprende le Associazioni politico-culturali la Sinistra giovanile e le intese locali e nazionali con altre organizzazioni politico-culturali disciplinate all’Art.9.

C. L’articolazione parlamentare e consiliare

1) L’articolazione parlamentare e consiliare del partito è formata dagli eletti nelle istituzioni rappresentative ai diversi livelli iscritti ai Democratici di Sinistra.

2) L’articolazione parlamentare è composta dai parlamentari nazionali ed europei iscritti ai Democratici di Sinistra ed è parte costitutiva dell’organizzazione nazionale del partito.

Articolo 7 – L’organizzazione federale del partito: L’articolazione associativa

A. Le Unioni regionali

1) Le Unioni regionali sono dotate di autonomia politica e statutaria ed esercitano una autonoma funzione di elaborazione programmatica e di iniziativa nel territorio della Regione.

2) Nel quadro dell’ordinamento federale stabilito nello Statuto, le Unioni regionali possono definire patti con la Direzione nazionale in relazione a rapporti di carattere politico, ed organizzativo.

3) Più Unioni regionali possono decidere la costituzione di Unioni federali basate su più Regioni. La decisione deve essere ratificata dalla Direzione nazionale.

4) Le organizzazioni provinciali di Trento e Bolzano sono equiparate alle Unioni regionali.

5) Nelle regioni con particolarità linguistiche, culturali e istituzionali possono essere definite forme speciali di autonomia sulla base di un patto federativo sottoscritto tra la Direzione nazionale e l’organizzazione regionale. Il patto comprende lo Statuto regionale e le modalità di modifica del patto medesimo.

6) Gli Statuti delle Unioni regionali regolano nei rispettivi territori l’articolazione organizzativa e federativa del partito, ne garantiscono l’autonomia secondo il principio di sussidiarietà e ne organizzano il coordinamento secondo principi di federalismo solidale.

B. Le Organizzazioni di base

1) Le Organizzazioni di base – Sezioni e articolazioni locali delle organizzazioni federative - costituiscono la forma primaria di organizzazione del partito, sulla quale si fondano tutti gli altri poteri federali, e sono il luogo in cui si esprime la sovranità delle associate e degli associati al partito e si esercita la loro partecipazione democratica.

C. Partito aperto alla società.

1. Le Autonomie tematiche

1) Le Autonomie tematiche si costituiscono per operare su un tema specifico di natura programmatica, ideale, politica; contribuiscono alla costruzione del programma del partito e alla sua azione politica.

2) Alle Autonomie possono partecipare iscritte e iscritti al partito o donne e uomini che limitano la loro adesione allo specifico impegno tematico. A questa adesione specifica le Autonomie offrono la libera scelta fra due tipi di iscrizione: una che vale anche come iscrizione al partito e una che limita i suoi effetti alla singola Autonomia tematica. Nel secondo caso non si originano gli stessi diritti e doveri che lo Statuto riconosce a chi si associa al partito: le aderenti e gli aderenti hanno diritto di partecipare a pieno titolo all’elaborazione programmatica e alle iniziative politiche dell’Autonomia tematica, con diritto di voto nelle sue istanze democratiche.
I responsabili delle Autonomie tematiche debbono trasmettere ogni sei mesi all’Anagrafe degli iscritti gli elenchi differenziati dei propri aderenti.

3) Le Autonomie tematiche fanno riferimento ai livelli delle Unioni regionali.
Perché si costituisca una Autonomia tematica su scala nazionale è necessario che essa sia presente in almeno cinque Regioni e che comprenda almeno tremila iscritti. La decisione di dar vita a un’Autonomia tematica è oggetto di un deliberato della Direzione competente, su proposta del Segretario o del Responsabile del settore di lavoro cui l’Autonomia fa riferimento, o di un quinto dei componenti la Direzione.

4) A due mesi dalla loro costituzione le Autonomie tematiche si danno un regolamento - con il parere conforme del Consiglio di garanzia - che disciplina le forme associative, le modalità di elezione dei responsabili e il quadro delle garanzie.

5) Gli Organi dirigenti ai diversi livelli, nel definire le linee programmatiche e le scelte del partito consultano le Autonomie tematiche.

6) Rappresentanti delle Autonomie tematiche fanno parte delle Commissioni previste ai successivi articoli 17 e 28.

7) Gli Organi dirigenti sono tenuti a pronunciarsi, nel più breve tempo possibile, in modo motivato sulle questioni e le proposte elaborate dalle Autonomie tematiche.

2. Le Consulte

1) Le Consulte riuniscono iscritti e non iscritti ed hanno il compito di aprire alla società, di mettere in rete le esperienze, di formulare valutazioni e proposte su questioni avvertite come rilevanti o emergenti e per le quali non appaia sufficiente il contributo degli organi ordinari. La loro creazione è approvata dalla Direzione nazionale o dagli organi territoriali corrispondenti su proposta del Segretario o del Responsabile del settore di lavoro cui la Consulta fa riferimento, o di un quinto dei componenti la Direzione nazionale.

2) Le consulte contribuiscono alla costruzione del programma del partito e alla sua azione politica.
A tutti i livelli della struttura del partito i membri delle Consulte eleggono i loro responsabili.

3. I Forum

1) I Forum, aperti anche ad apporti esterni al partito, incoraggiano lo sviluppo di specifiche iniziative atte a sviluppare i valori di libertà, uguaglianza e solidarietà sociale; riuniscono le competenze e le esperienze dei rappresentanti istituzionali, del mondo sindacale ed associativo.

2) I Forum contribuiscono alla costruzione del programma del partito e alla sua azione politica.

D. Le Organizzazioni federali intermedie

1) Le Organizzazioni federali intermedie sono il livello di governo e di iniziativa che costituisce gli snodi di coordinamento tra le autonomie associative e federative locali e il resto della rete federale.

2) Sulla base del principio di sussidiarietà, gli statuti delle Unioni regionali articolano l’assetto del partito nel loro territorio in Organizzazioni federali intermedie scegliendo tra le diverse forme organizzative di governo federale:

a. Unioni comunali, intercomunali, circoscrizionali;

b. Federazioni metropolitane, provinciali, subprovinciali, interprovinciali;

c. Organismi di collegio elettorale sulla base dei collegi della Camera dei Deputati.

Le Organizzazioni all’estero

1) Il partito organizza in altri paesi proprie strutture. Le Organizzazioni a livello di paese sono equiparate, a tutti gli effetti, alle Federazioni; quelle continentali alle Unioni regionali.

2) In analogia quanto previsto in questo stesso articolo nel paragrafo su “Le intese con le associazioni esterne”, le Organizzazioni all’estero possono stipulare intese e patti con partiti e organizzazioni dei paesi di insediamento, in coerenza con le affiliazioni internazionali del partito. In analogia a quanto previsto dall’Art.31 di questo Statuto, le Organizzazioni concorrono a promuovere forme di coalizione politica, anche in considerazione delle nuove norme che disciplinano l’esercizio del voto politico all’estero.

3) Gli iscritti e le iscritte ai Democratici di Sinistra residenti in altri paesi possono iscriversi ai partiti democratici e di sinistra dei rispettivi paesi, in coerenza con le affiliazioni internazionali del partito.

Articolo 8 - L’organizzazione federale del partito: i poteri sostitutivi e sussidiari

1) In attuazione dei principi del federalismo solidale e della sussidiarietà, vengono stabiliti i seguenti poteri di intervento federale di cui ciascuna organizzazione del partito è titolare:

a. congressi straordinari possono essere convocati:

1. dalla Direzione della Federazione competente per le Organizzazioni di base; dalla Direzione dell’Unione regionale competente per le Federazioni; dalla Direzione nazionale per le Unioni regionali; a tutti i livelli le Direzioni debbono decidere con delibera motivata, a maggioranza degli aventi diritto al voto e con il parere favorevole del Consiglio dei garanti di pari livello;

2. su richiesta sottoscritta da un terzo degli iscritti;

b. in caso di necessità, di grave danno al partito, ovvero per garantire il regolare funzionamento democratico degli organi elettivi, e con il parere favorevole dell’organo di garanzia di pari livello:

1. le Direzioni regionali, secondo le condizioni disciplinate dai rispettivi statuti e, se essi lo prevedono, le Direzioni di federazione, possono sciogliere un organo di partito di qualsiasi livello federato;

2. la Direzione nazionale può sciogliere un organo di partito di un Unione regionale a maggioranza dei due terzi dei votanti e comunque superiore alla maggioranza degli aventi diritto al voto;

3. la Direzione nazionale può altresì sciogliere organi di livelli sussidiari di fronte ad una richiesta dell’Unione regionale competente o in presenza di una manifesta inadempienza da parte delle Direzioni competenti con maggioranza dei due terzi e comunque superiore alla maggioranza degli aventi diritto al voto.

4. In casi eccezionali di necessità e urgenza, il Segretario nazionale, ovvero il Segretario regionale per le organizzazioni di base di propria competenza, può richiedere informazioni, promuovere verifiche e, in caso di gravi e ripetute violazioni dello Statuto, previo parere favorevole del Consiglio dei garanti del livello corrispondente sui motivi di urgenza o su sua richiesta, disporre lo scioglimento di organi regionali e federali, con la nomina di un commissario, che deve essere confermata pena di nullità entro 30 giorni dalla Direzione nazionale o dalla Direzione regionale con la maggioranza prevista dal comma precedente, ovvero, in caso di violazioni strettamente legate a un singolo atto o decisione, sulla base della medesima procedura, può annullare l’atto o la decisione, nominando un commissario ad acta per assumere le decisioni conseguenti in materia.

5. Nel caso di scioglimento di organi direttamente eletti dagli iscritti o dai congressi, la Direzione competente è tenuta a comunicare a tutta la base associativa e ai componenti l’assemblea congressuale interessata la propria decisione e le motivazioni che l’hanno causata e a convocare in tempi rapidi le assemblee degli iscritti o l’assemblea congressuale.

c. La Direzione che decide lo scioglimento può nominare un Comitato provvisorio ed un responsabile con l’incarico di dirigere
l’organizzazione e di convocarne entro sei mesi il congresso straordinario;

d. Nei casi di grave contrasto tra una Unione regionale e la Direzione nazionale del partito su rilevanti decisioni di competenza dell’Unione regionale ma tali da incidere sulla politica generale del partito, la decisione dell’Unione può essere sospesa su richiesta della Direzione nazionale e riesaminata in presenza di un suo rappresentante. La richiesta della Direzione deve essere deliberata a maggioranza dei due terzi dei voti validamente espressi e con il parere favorevole del Consiglio nazionale dei Garanti; se il contrasto non viene superato si procede a forme più ampie di consultazione democratica, anche mediante referendum tra gli iscritti delle organizzazioni presenti nell’ambito dell’Unione regionale; il referendum viene indetto dalla Direzione nazionale con l’approvazione della maggioranza degli aventi diritto.

e. Su richiesta di un terzo delle Unioni regionali, deliberata a maggioranza degli aventi diritto dalle rispettive Direzioni, la Direzione nazionale procede al riesame di una questione politica già trattata e può assumere una nuova decisione al riguardo.

2) Il Regolamento nazionale dei Garanti disciplina le modalità di ricorso e di richiesta di parere di legittimità statutaria.

Articolo 9 – L’organizzazione federale del partito: l’articolazione federativa

A. Le Associazioni politico-culturali

1) Le Associazioni politico-culturali traggono ispirazione dalle componenti ideali e politiche e dalle relative forme organizzative che hanno dato vita ai Democratici di sinistra o che esprimono il pluralismo delle culture fondanti della Sinistra. Esse hanno lo scopo prioritario di ampliare il dialogo e il rapporto del partito con la società e di costruire posizioni che tengano effettivamente conto di tutte le matrici ideali.
Sono formate da iscritti e non iscritti al partito.

2) Le Associazioni politico-culturali si danno un proprio statuto che sulla base del metodo democratico disciplina le forme associative e gli organi dirigenti delle stesse.

3) Il Consiglio nazionale dei garanti verifica la conformità delle finalità dello Statuto delle Associazioni politico-culturali con le finalità e le regole dello Statuto del partito.

4) Le Associazioni che abbiano ottenuto tale riconoscimento hanno diritto al sostegno del Partito.
E’ obbligatoria la presentazione del bilancio annuale, al Tesoriere del livello corrispondente.

B. La Sinistra giovanile

1)La Sinistra giovanile è il soggetto politico nel quale si organizzano i giovani simpatizzanti e militanti dei Democratici di Sinistra. Ad essa è riconosciuta autonomia di proposta e di iniziativa politica. E' presente ad ogni livello di organizzazione del partito e non solo.

2)Possono far parte della Sinistra giovanile le ragazze e i ragazzi fino a 29 anni di età.

3)La Sinistra giovanile è parte dell' Unione internazionale giovanile socialista (IUSY) e dell'Organizzazione giovanile socialista europea (ECOSY).

4) E’ prevista e promossa la presenza dei delegati della Sinistra giovanile ai congressi del partito a tutti i livelli.
E’ prevista e promossa la presenza di componenti della Sinistra giovanile negli organismi dirigenti del partito a tutti i livelli.
E’ prevista e promossa la presenza di candidati della Sinistra giovanile nelle liste elettorali a tutti i livelli.

5)L'iscrizione alla Sinistra giovanile non è direttamente iscrizione ai Democratici di Sinistra. Chi intende aderire al partito dei DS può, all’atto dell’iscrizione alla Sinistra giovanile, iscriversi anche e direttamente ai Democratici di Sinistra, condividendone regole, diritti e doveri comuni ad ogni iscritto al partito.

6)La vita interna della Sinistra giovanile, le forme di partecipazione, gli organismi dirigenti, l'articolazione e i poteri delle sue strutture organizzative, sono disciplinati da un autonomo statuto approvato dal congresso della Sg. Nello Statuto della Sinistra giovanile, così come in quello dei Democratici di Sinistra, è presente un riconoscimento reciproco basato sulla cittadinanza della Sinistra giovanile nei Democratici di Sinistra e sull’autonomia dell’organizzazione giovanile rispetto al partito. Lo svolgimento dei congressi è disciplinato da uno specifico statuto approvato dal congresso nazionale della Sinistra giovanile.

7)Il regolamento finanziario nazionale dei Democratici di Sinistra riconosce il sostegno finanziario e fissa norme sulla destinazione di risorse alla Sinistra giovanile. La Sinistra giovanile partecipa con la propria iniziativa alle forme di autofinanziamento dell’attività politica dei Democratici di Sinistra.

C. Le intese con altre organizzazioni

1) La ricerca di incontro e di confronto politico e programmatico e la sottoscrizione di intese e di patti politici con organizzazioni sociali, professionali e culturali, associazioni e movimenti fanno parte dei compiti e dell’azione politica del partito a tutti i livelli e costituiscono forma integrante della sua dimensione federativa. L’individuazione degli interlocutori deve avvenire a largo raggio, fuori da ogni logica collaterale, nella pari dignità e nel pieno rispetto dell’autonomia di tutti.

2) Per la sottoscrizione di intese e patti politici la decisione è assunta, ai diversi livelli, dall'organo dirigente eletto dal Congresso. Forme e modalità delle intese a livello regionale e subregionale sono disciplinate dalle Unioni regionali.

3) Le Unioni regionali stabiliscono le forme di partecipazione dei non iscritti, anche alle attività deliberanti degli organi di partito, relative all'impegno specifico cui essi sono interessati

Articolo 10 - L’organizzazione federale: l’articolazione parlamentare e consiliare

1) Gli iscritti e le iscritte al partito che fanno parte nel Consiglio dei Ministri del governo nazionale sono componenti di diritto della Direzione nazionale.

2) Elette ed eletti aderenti al partito, oltre ai diritti spettanti ai singoli iscritti, hanno anche i seguenti:
a. essere collegialmente coinvolti nell’attuare e sviluppare la linea del partito e della coalizione sui temi relativi alla definizione del programma elettorale;
b. fare parte dell’Assemblea congressuale nazionale e regionale.

3) Elette ed eletti aderenti al partito, oltre ai doveri spettanti ai singoli iscritti, hanno anche i seguenti:
a. Gli eletti e le elette nelle istituzioni iscritti e iscritte ai DS aderiscono al medesimo gruppo parlamentare o consiliare, partecipano alla elaborazione democratica degli indirizzi politici e programmatici, e assumono un conseguente comportamento unitario di voto nell’assemblea elettiva; nel rispetto dei principi costituzionali è garantita l’espressione dei voti individuali legati ai più profondi convincimenti di coscienza e morali. I gruppi, nella loro autonomia, ispireranno i loro regolamenti a questi principi;

b. garantire nello svolgimento del proprio mandato assiduità e competenza, su cui a fine legislatura il capogruppo (o, in sua assenza, il responsabile dei parlamentari) relaziona al partito.

4) Le elette e gli eletti hanno il dovere di partecipare con una parte della loro indennità al sostegno economico delle attività del partito, secondo le regole fissate per tutti in modo eguale dal Regolamento finanziario.

Articolo 11- L’organizzazione federale: il pluralismo politico

1) Gli iscritti e le iscritte esercitano anche in forma collettiva i diritti di cui all’Art.4 di questo Statuto che ne è parte integrante.

2) In particolare hanno il diritto di:

a. promuovere collettivamente proposte per l’iniziativa politica e piattaforme programmatiche per l’azione del partito;

b. avanzare collettivamente proposte di candidature per gli organi dirigenti e le delegazioni congressuali;

c. promuovere collettivamente le Aree congressuali previste al comma 3 del presente articolo;

d. promuovere centri di ricerca e di iniziativa e pubblicazioni;

2) Il partito sostiene e promuove l’ esercizio collettivo dei diritti nelle forme e nelle regole previste dallo Statuto sotto la vigilanza del Consiglio nazionale di garanzia.

3) Le Aree congressuali agiscono all’interno del Partito, sono dotate di effettivi diritti e concorrono, tra un Congresso e l’altro, al processo decisionale nel rispetto dello Statuto. Le Aree congressuali non hanno rappresentanza propria nelle Istituzioni. Sono formate da iscritte e iscritti ai Democratici di sinistra.
Le Aree congressuali hanno diritto a risorse organizzative e finanziarie, le quali saranno gestite dalla Tesoreria secondo gli indirizzi espressi dalle stesse Aree.

4) Per la formazione delle rappresentanze istituzionali si deve tener conto dei risultati democraticamente espressi nei congressi del partito.

Titolo II – Il Congresso nazionale e gli Organi nazionali

Articolo 12 – Il Congresso nazionale

1) Nel Congresso nazionale si esprime e si forma al massimo livello la democrazia delegata e federativa del partito. Il Congresso:

a. definisce il Programma fondamentale del partito e approva documenti di orientamento politico vincolanti per la sua azione;

b. approva lo Statuto del partito con il voto della maggioranza degli aventi diritto;

c. elegge il Presidente del Partito, la metà del Consiglio nazionale e il Consiglio dei Garanti.

2) Il Congresso nazionale è composto da delegati e delegate democraticamente eletti in rappresentanza delle iscritte e degli iscritti e di tutti i soggetti federati nel partito. Il Consiglio nazionale può decidere di basare il Congresso su mozioni politiche di carattere complessivo concorrenti tra loro o su un testo base che presenti su più punti tesi alternative, con la possibilità di scelte distinte su ogni punto in discussione.

3) Nel caso di congresso per mozioni concorrenti i delegati al congresso nazionale sono eletti sulla base dei risultati delle mozioni politiche presentate e su base proporzionale. Con lo stesso metodo si eleggono gli organismi politici.
Nel caso di congresso a tesi il Consiglio nazionale determina i criteri per la elezione di delegati e delegate e degli organismi politici tenendo conto del rilievo specifico dei singoli punti in discussione e della rappresentanza delle minoranze.

4) Il Congresso si svolge, in via ordinaria, ogni tre anni. E’ convocato dal Consiglio nazionale che nella stessa seduta, acquisisce gli elenchi delle iscritte e degli iscritti accompagnati da una relazione sullo stato dell’Anagrafe da parte della sottocommissione del Consiglio nazionale di Garanzia. Nella stessa data le iscrizioni ai fini congressuali vengono bloccate.

5) Un regolamento congressuale approvato dal Consiglio nazionale stabilisce l’ordine del giorno e le norme per l’elezione dei delegati e per lo svolgimento del Congresso.

6) La metà più uno dei componenti l’Assemblea congressuale può convocare, fissandone l’ordine del giorno, un Congresso straordinario sulla prospettiva politica del partito e per la elezione di nuovi organi dirigenti.

Articolo 13 – L’Assemblea congressuale

1) L’Assemblea congressuale è il massimo organo deliberativo e rappresentativo del partito, l’organo in cui risiede la sovranità generale tra un Congresso e l’altro. L’Assemblea:

a. si riunisce nei casi previsti dallo statuto;

b. approva modifiche allo statuto con la maggioranza degli aventi diritto.

2) L’Assemblea è formata dai delegati al Congresso nazionale di cui al precedente Art.12.

3) Nel caso siano necessari avvicendamenti nel corso del mandato dell’Assemblea, la sostituzione con nuovi rappresentanti si effettua nel rispetto dei risultati congressuali.

4) L’Assemblea è convocata dal Presidente del Partito che ne fissa l’ordine del giorno. In assenza del Presidente del partito, elegge, un presidente tra i suoi componenti.

5) In presenza di fatti nuovi, o per verificare e aggiornare le linee dell’azione politica del partito, un terzo dei componenti il Consiglio nazionale o un quinto dei componenti l’Assemblea hanno il diritto di convocare l’Assemblea congressuale e di fissarne l’ordine del giorno.

Articolo 14 – Il Segretario politico nazionale

1) Il Segretario politico rappresenta politicamente il partito, ne garantisce l’ordinamento federale, ed è responsabile dell’attuazione del programma sul quale ha chiesto il mandato del Congresso.

2) E’ altresì responsabile dell’uso del simbolo ai sensi dell’art. 2.

3) E’ eletto con la maggioranza dei voti validamente espressi dagli iscritti nei congressi di base.

4) Le candidature a Segretario politico sono presentate prima dei Congressi di base. Le modalità di presentazione delle candidature e dei documenti, nonché di voto nelle Sezioni, sono disciplinate nell’apposito regolamento approvato con la maggioranza di due terzi dei presenti votanti del Consiglio nazionale.

Il modello congressuale deve comunque ispirarsi ai seguenti principi:

1. L’elezione diretta del Segretario da parte delle iscritte e degli iscritti.

2. Ogni candidatura deve essere collegata nel caso di Congresso a mozioni a una piattaforma politico-programmatica e nel caso di un Congresso a tesi a una dichiarazione politica di intenti.
Con le stesse modalità il Consiglio nazionale stabilisce se l’elezione del Segretario debba avere luogo a scrutinio segreto ovvero a scrutinio palese.

5) Il Segretario stabilisce la convocazione della Direzione nazionale d’intesa con la sua Presidenza; convoca la Conferenza dei segretari regionali. Ha diritto di chiedere la convocazione del Consiglio nazionale e il Presidente del Consiglio nazionale provvede entro 24 ore.

6) Il Segretario politico può essere revocato a maggioranza dei componenti l’Assemblea congressuale convocata su richiesta di un terzo dei suoi membri. In questo caso l’Assemblea elegge tre reggenti con il compito di convocare un nuovo congresso entro due mesi.

7) In caso di impedimento o di dimissioni del Segretario politico, il Consiglio nazionale convoca entro trenta giorni l’Assemblea congressuale che procede all’elezione del nuovo Segretario a maggioranza dei suoi componenti.
Il Consiglio nazionale è tenuto a convocare il Congresso entro un anno dall’elezione del nuovo Segretario. In mancanza della maggioranza dei componenti, l’Assemblea elegge tre reggenti con il compito di convocare un nuovo Congresso entro due mesi.

8) La Segreteria coadiuva il Segretario politico. E’ scelta e proposta dal Segretario ed eletta, in un unico scrutinio, dal Consiglio nazionale.

9) Il Segretario può proporre alla Direzione la nomina di commissioni e coordinamenti di lavoro che convoca e presiede.

10) Il Segretario può decidere, motivandole, la sostituzione o l’integrazione di uno o più componenti la Segreteria. In entrambi i casi si procede con le modalità già stabilite al comma precedente

Articolo 15 – Il Consiglio nazionale

1) Il Consiglio nazionale è l’organo che definisce gli orientamenti politici e programmatici del Partito sulla base degli indirizzi fissati dal Congresso nazionale e delle decisioni assunte dall’Assemblea congressuale.
Il Consiglio nazionale è convocato e presieduto dal presidente del Partito, che si avvale di un ufficio di Presidenza.

2. Il Consiglio nazionale:

a. determina autonomamente le forme di organizzazione e la pubblicità dei propri lavori;

b. conclude di regola le proprie riunioni con l’approvazione di documenti che fissano linee di azione e scelte impegnative per il partito;

c. convoca il Congresso nazionale:
- ogni tre anni in via ordinaria (Art.12, 4° comma);
- in via straordinaria, nei modi previsti all’Art.8, 1° comma, lettera a., e all’Art.14, 7° comma;

d. convoca l’Assemblea congressuale (Art. 13, 4° comma);

e. elegge la Direzione nazionale;

f. elegge la Segreteria su proposta del Segretario ed eventualmente organismi politici intermedi per assicurare la continuità dell’azione di Direzione;

g. elegge il Tesoriere e il Comitato di Tesoreria;

h. determina in occasione di consultazioni elettorali, a maggioranza assoluta dei componenti le modalità con cui i DS si presentano alle elezioni.

3) Il Consiglio nazionale è formato da:

a. componenti elette e eletti sulla base dei risultati congressuali e nel rispetto della norma antidiscriminatoria, per metà in rappresentanza delle Unioni regionali e per metà dal Congresso nazionale,


b. Il Segretario, il Presidente del Partito, la Coordinatrice delle donne, il Presidente della Sinistra giovanile, i Ministri iscritti al Partito, i Presidenti dei Gruppi parlamentari, i Presidenti delle Giunte regionali iscritti al partito, il Tesoriere, i Segretari delle Unioni regionali, i Segretari delle Federazioni delle aree metropolitane.

c. Partecipa al Consiglio nazionale, senza diritto di voto, la Presidenza del Consiglio nazionale dei Garanti.

d. Qualora la composizione del Consiglio non sia corrispondente ai risultati congressuali o alla norma antidiscriminatoria, si procede al riequilibrio secondo le procedure di cui al successivo comma 4.

4) Per ragioni politiche motivate il Consiglio nazionale può cooptare nuovi componenti, con maggioranza degli aventi diritto al voto, nel rispetto dei risultati congressuali.

5) Il Consiglio nazionale è convocato dal Presidente del partito, o su richiesta del Segretario o di almeno un quinto dei suoi componenti con l’ordine del giorno da essi fissato . Il Consiglio nazionale è presieduto dal Presidente del partito, coadiuvato da un Ufficio di Presidenza.

6) Entro la prima sessione successiva a quella di insediamento il Consiglio nazionale approva, su proposta del Presidente, il proprio Regolamento.

Articolo 16 – La Direzione nazionale

1) La Direzione nazionale guida l’azione politica del Partito sulla base degli indirizzi fissati dal Consiglio nazionale. E’ convocata dalla Presidenza su richiesta del Segretario o di almeno un quinto dei suoi componenti con l’ordine del giorno da essi indicato. La Direzione deve essere comunque convocata e deliberare:

a. in caso di formazione e crisi del Governo nazionale;

b. per decisioni relative alle competizioni elettorali;

c. in condizioni politiche di particolare urgenza e gravità.

La Direzione:

a) convoca convenzioni, assemblee o congressi tematici, stabilendo i relativi regolamenti;

b) indice referendum interni ai sensi del successivo art. 29;

c) ratifica l’eventuale costituzione delle Unioni interregionali;

d) stabilisce il riconoscimento delle Federazioni di area metropolitana, i cui Segretari fanno parte della Conferenza di cui all’Art. 19, 2° comma, lettera b;

e) delibera il riconoscimento delle Autonomie tematiche nazionali e la costituzione delle Consulte e dei Forum;

f) esercita i poteri di intervento e di scioglimento previsti all’art. 8, 1° comma, ed è tenuta agli adempimenti previsti alla stessa lettera b;

g) approva, entro i termini previsti dal regolamento finanziario e della legge, il Rendiconto preventivo e consuntivo e approva, su proposta del Tesoriere, il Regolamento finanziario nazionale

h) approva entro sei mesi i Regolamenti stabiliti dallo Statuto.

Articolo 17 – La Commissione nazionale per il progetto

1) La Commissione Nazionale per il progetto, sulla base delle scelte e degli obiettivi decisi dal Congresso nazionale e dal Consiglio nazionale in raccordo coi gruppi parlamentari, coi settori di lavoro del partito e con i centri di ricerca, si occupa dell’aggiornamento programmatico del partito

2) La Commissione nazionale per il progetto è eletta dal Consiglio nazionale. Ne fanno parte iscritti e non iscritti al Partito.

Articolo 18 – Il Presidente del partito

L'Assemblea congressuale elegge il Presidente del partito con la maggioranza dei voti validamente espressi. Il Presidente del partito presiede l’Assemblea congressuale, presiede il Consiglio nazionale ed è componente della Direzione nazionale.

Articolo 19 – La Conferenza dei Segretari regionali

1) La Conferenza dei Segretari regionali è un organo di rappresentanza federale del partito ed ha il compito di interagire con gli altri organi nazionali per coordinare l’attuazione del programma di mandato. La conferenza dei Segretari regionali è organo di concertazione per le scelte politiche e organizzative che investono la dimensione federale del partito.

2) Ne fanno parte:

a. i Segretari delle Unioni regionali e i responsabili di eventuali coordinamenti interregionali;

b. i Segretari delle Federazioni delle aree metropolitane stabilite dalla Direzione nazionale;

c. il Segretario politico nazionale e i componenti la segreteria di volta in volta interessati all’ordine del giorno.

3) La Conferenza è presieduta da un rappresentante eletto tra i suoi componenti. E’ convocata dal Presidente d’intesa col Segretario politico con il quale concorda l’ordine del giorno.

Articolo 20 – La Conferenza delle donne

La conferenza delle donne dei Democratici di Sinistra, nel rispetto del federalismo e del pluralismo politico culturale, è convocata dalla Direzione nazionale in accordo con il Coordinamento delle Donne, discute e decide orientamenti politico programmatici e agenda politica, che concorrono alla formazione del programma del partito e alla formazione degli organismi dirigenti e delle rappresentanze istituzionali.

Articolo 21 – La Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori

La Conferenza nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori, nel rispetto del federalismo e del pluralismo politico e culturale, discute gli orientamenti che concorrono all’attività e al programma del Partito per ciò che riguarda i temi di proprio interesse.
La Conferenza è convocata dalla Direzione nazionale che ne approva il regolamento.

Articolo 22 – L’Assemblea nazionale dei Segretari delle Sezioni

L’Assemblea nazionale dei Segretari delle Sezioni è convocata, annualmente, dal Segretario nazionale che ne fissa l’ordine del Giorno. L’Assemblea provvede a fare un bilancio dell’attività e delinea l’iniziativa politico-organizzativa per l’anno successivo.

Articolo 23 – Il Tesoriere

1) Il Tesoriere del partito è eletto, unitamente al Comitato di tesoreria di cui fa parte, dal Consiglio nazionale su proposta del Presidente della stessa, con la maggioranza dei voti validamente espressi.
2) Il Tesoriere è responsabile delle attività economiche, patrimoniali e amministrative del partito. Egli ha la rappresentanza legale e giudiziale attiva e passiva del partito. Il regolamento finanziario ne disciplina i poteri.

Articolo 24 – Il Comitato di Tesoreria

1) Il Comitato di Tesoreria è eletto- nel rispetto del pluralismo interno di partito -, unitamente al Tesoriere, dal Consiglio nazionale su proposta del Presidente della stessa, con la maggioranza dei voti validamente espressi.

2) Il comitato di tesoreria elegge tra i suoi membri un Presidente che ne cura la convocazione. Il Comitato di tesoreria svolge funzioni di indirizzo e di controllo delle attività economiche e patrimoniali del partito nell’ambito dei poteri ad esso attribuiti dal regolamento finanziario nazionale.

Articolo 25 – L’attività economica

1) La struttura organizzativa nazionale, le Unioni regionali e tutte le articolazioni territoriali previste dallo Statuto nazionale e dagli Statuti regionali hanno una propria autonomia patrimoniale. Ciascuna risponde esclusivamente degli atti e dei rapporti giuridici, economici e patrimoniali da essa posta in essere e non ha responsabilità per gli atti compiuti dalle altre articolazioni.

2) Il Regolamento finanziario nazionale è approvato dalla Direzione nazionale entro il termine di cui al secondo comma dell’Art.16, lettera g. Le norme in esso contenute, preventivamente sottoposte al parere del Consiglio nazionale dei Garanti, costituiscono parte integrante del presente Statuto.

3) In conformità alle normative vigenti per le attività degli Enti non commerciali viene espressamente stabilito che:

a. la struttura organizzativa nazionale ed ogni altra articolazione territoriale o tematica previste dallo Statuto nazionale e dagli Statuti regionali, non possono distribuire agli iscritti, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, risorse o capitale, per tutta la durata della Associazione, salvo diverse disposizioni di legge;

b. in caso di scioglimento della struttura organizzativa nazionale il suo patrimonio, salvo diversa destinazione imposta per legge, sarà devoluto in conformità a quanto previsto dall’art. 5 del Decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460. In caso di scioglimento di una articolazione territoriale o tematica prevista dallo Statuto nazionale o dagli Statuti regionali il patrimonio sarà devoluto ad altra articolazione territoriale o tematica del Partito o in caso di scioglimento dello stesso ad altra Associazione o Ente, con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo di cui all’articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e salvo diversa destinazione imposta dalla legge;

c. la struttura organizzativa nazionale e le altre articolazioni territoriali e tematiche previste dallo Statuto nazionale e dagli Statuti regionali redigeranno ed approveranno annualmente un rendiconto economico e finanziario nei tempi e con le modalità previste dalle disposizioni di legge e/o dai Regolamenti finanziari.

4) La quota associativa è intrasmissibile e non dà luogo ad alcuna rivalutazione.

Titolo III – La formazione delle decisioni

Articolo 26 – Espressione del voto

Per l’elezione di organi dirigenti, esecutivi e di garanzia ad ogni livello nonché delle delegazioni congressuali si procede a voto segreto qualora lo richieda almeno un quinto degli aventi diritto.

Articolo 27 – Le candidature

1) Le candidature del partito alle elezioni sono scelte, nel rispetto della norma antidiscriminatoria e di tutte le articolazioni del pluralismo, e in coerenza con l’Art.31 del presente Statuto, secondo una procedura democratica fissata con regolamento approvato dalla Direzione (provinciale, regionale, nazionale) quattro mesi prima della data delle elezioni. Tale regolamento può scegliere tra primarie aperte, primarie chiuse, selezione regolata.

2) Per primarie aperte si intendono, a norma di questo statuto, elezioni di candidati o candidate cui partecipano gli elettori che si riconoscono pubblicamente elettori del partito iscrivendosi in un apposito registro.

3) Per primarie chiuse si intendono elezioni a cui partecipano solo gli iscritti e le iscritte al partito.

4) Per selezione regolata si intende una procedura pubblica che avviene negli organismi del partito secondo regole definite.

5) Nei tre casi il regolamento prevede la presentazione di proposte o autoproposte di candidatura ad un Comitato di selezione, stabilito presso il livello organizzativo competente per quelle elezioni. Presso il livello organizzativo immediatamente superiore si stabilisce una Commissione elettorale che ha il compito di garantire la pubblicità e la regolarità delle procedure e di vagliare eventuali ricorsi, i cui termini sono stabiliti dal regolamento.

6) Per quanto riguarda le elezioni politiche nazionali e le elezioni europee, le candidature del partito per le liste proporzionali, le proposte di candidature da presentare agli organismi della coalizione, sono scelte con la medesima procedura. In questo caso la Direzione nazionale approva un regolamento e nomina una Commissione elettorale nazionale che sovraintende all’insieme delle procedure garantendone pubblicità e regolarità; le Direzioni regionali nominano Comitati di selezione che attuano le procedure fissate dal regolamento.

7) In ogni caso i membri dei Comitati di selezione e delle Commissioni elettorali non sono candidabili.

8) Il regolamento nazionale definisce l’eventuale limite del numero dei mandati per le elezioni di propria competenza. Le Unioni regionali regolamentano la materia per le elezioni di propria competenza.

Articolo 28 - Le scelte programmatiche

1) Per definire gli orientamenti del partito su questioni di rilievo e assumere decisioni sul programma può esser convocata una Conferenza programmatica o un Congresso tematico preparata dalla Commissione di cui all’Art. 17 che può proporre alla Direzione nazionale la convocazione di conferenze programmatiche o congressi tematici.

2) Gli Statuti Regionali definiscono livelli, funzioni e modalità di elezione delle Commissioni per il progetto.

Articolo 29 - Il referendum interno

1) Su argomenti e scelte politiche di essenziale importanza per l’azione politica del partito, la Direzione nazionale può indire, se richiesto da almeno un terzo dei suoi componenti o da 5 Unioni regionali, un referendum aperto a tutti gli iscritti, anche utilizzando le tecnologie telematiche.

2) Le regole, le procedure, nonché le modalità di attuazione del diritto di cui all’Art. 4, 6° comma relative al referendum sono stabilite dalla Direzione nazionale con apposito regolamento.

Articolo 30 – Rapporto con le elettrici e gli elettori

1) Il partito a tutti i livelli (nazionale, regionale, di collegio) e nelle sue diverse articolazioni realizza un rapporto stabile con gli elettori e le elettrici promuove il rapporto di mandato tra elettori ed eletti nelle forme che ogni livello del partito riterrà più efficace.

2) Su scelte e politiche di rilevante importanza per la vita civile e sociale di tutta la collettività le Direzioni ai diversi livelli possono attivare forme di consultazione tra tutti gli elettori.

3) Le regole e le procedure relative a tali consultazioni sono stabilite dalle Direzioni con apposito regolamento.

Articolo 31 – Partito, Federazione, Coalizione e Pse

1) I Democratici di Sinistra contribuiscono al proprio interno e nelle sedi comuni con metodo democratico alle regole e alle scelte della Federazione dell’Ulivo, dell’alleanza di centrosinistra, nonché alle scelte assunte nel partito del Socialismo europeo. Adottano le decisioni comunemente assunte in quelle sedi. Nessuna cessione di sovranità può essere interpretata come limitativa o lesiva dei diritti degli iscritti, e in particolare della norma antidiscriminatoria.

2) Il Consiglio nazionale verifica l’utilizzo delle cessioni di sovranità operate nei confronti della federazione, della coalizione di centrosinistra e del Pse, nonché il concreto operare del metodo democratico, e può formulare conseguenti indirizzi e proposte.

3) Le Unioni regionali, come struttura sulla quale si impernia l'organizzazione territoriale del partito, hanno il compito di avviare e coordinare le iniziative del Partito volte a dare identità e forza alla coalizione.


Titolo IV – Le garanzie

Articolo 32 – Le funzioni di garanzia

1) Le funzioni di garanzia, ai diversi livelli di organizzazione del partito, sono svolte dai Consigli dei Garanti. Gli Statuti delle Unioni regionali disciplinano la struttura e le modalità di elezione dei Consigli dei garanti nei rispettivi ambiti di competenza, in analogia con quanto previsto per il Consiglio nazionale.

2) I Consigli dei Garanti intervengono per assicurare la piena applicazione dello Statuto e dei Regolamenti, il controllo dell’Anagrafe delle iscritte e degli iscritti, l’esercizio dei diritti e dei doveri delle iscritte e degli iscritti, il rispetto della norma antidiscriminatoria e del pluralismo, nonché il corretto svolgimento dei procedimenti disciplinari.

3) Le istanze competenti, secondo la natura dei contenziosi, sono:

a. I Consigli federali per le controversie relative alla composizione, al funzionamento e alle decisioni delle organizzazioni locali del partito;

b. I Consigli regionali per quelle relative alle Federazioni;

c. Il Consiglio nazionale come ultima istanza di ricorso.

4) Per le violazioni statutarie imputabili ai parlamentari nazionali ed europei si fa riferimento al Consiglio regionale di garanzia e, in appello, al Consiglio nazionale di garanzia.

5) Nel caso in cui un organo previsto dallo Statuto non approvi il proprio regolamento o statuto entro la scadenza prevista dallo Statuto o, ove non prevista, entro sessanta giorni da una richiesta in tale senso, il regolamento o Statuto è emanato dal Consiglio dei garanti di quel livello.
Nel caso in cui l’organo di garanzia competente non deliberi entro una scadenza prevista dallo Statuto o, ove non prevista, entro sessanta giorni da un’istanza o richiesta, la competenza è trasferita al Consiglio di livello immediatamente superiore.

6) I Consigli istituiscono al proprio interno un Osservatorio sul rispetto della norma antidiscriminatoria e per le pari opportunità. E’ compito dell’Osservatorio verificare altresì i risultati delle azioni positive di cui all’art. 5 comma 1.

7) I Consigli esprimono un parere di legittimità statutaria sulle deliberazioni ad essi sottoposte dagli organi politici.

8) Il parere di congruità e legittimità statutaria è obbligatorio:

a. per gli Statuti regionali e per le revisioni dello Statuto nazionale o di quelli regionali approvate tra un congresso e l’altro;

b. per la scelta delle candidature in vista delle elezioni primarie e delle campagne elettorali;

c. per i Regolamenti finanziari, ai vari livelli;

d. per qualsiasi proposta di deliberazione da parte di un organo politico quando un quinto dei suoi componenti presenti una motivata contestazione scritta circa la legittimità statutaria della proposta.

Articolo 33 – Il Consiglio nazionale dei Garanti

1) Il Consiglio nazionale dei garanti è composto da 23 componenti, eletti tra iscritte e iscritti di riconosciuto prestigio e di provata indipendenza e competenza. Il Consiglio nazionale dei Garanti si ispira nella sua composizione ai criteri di indipendenza e imparzialità e nel suo funzionamento al principio della ricerca del più ampio consenso.

2) I membri del Consiglio non fanno parte di organi di direzione politica del partito.

3) Il Consiglio nazionale dei garanti è eletto dal Congresso.

4) Appena eletto, il Consiglio procede alla elezione del proprio presidente, con la maggioranza dei voti validamente espressi.

5) Il Consiglio adotta un Regolamento interno per l’esercizio delle funzioni previste dallo Statuto ed il Regolamento disciplinare entro 30 giorni dal Congresso nazionale.

6) Il Consiglio nazionale può procedere a reintegrare i membri venuti meno per dimissioni o altra causa.

7) E’ istituito, all’interno del Consiglio nazionale dei Garanti, un Osservatorio per il rispetto della norma antidiscriminatoria, nonché dell’articolo 3 della legge 3 giugno 1999, n.157, che stabilisce norme in materia di rimborso delle spese elettorali.

8) E’ istituito, all’interno del Consiglio nazionale dei Garanti, un comitato per il controllo e la certificazione del tesseramento e per la gestione dell’Anagrafe degli iscritti, la cui composizione deve essere improntata al più ampio pluralismo. Il Consiglio vigila che analoghi organismi, con le medesime caratteristiche, siano istituiti ai livelli territoriali. Stabilisce con essi ogni collegamento e collaborazione necessari e utili al buon andamento della Anagrafe, ed ha nei loro confronti poteri di ispezione e, nel caso, di proporre al Segretario nazionale di assumere i poteri di cui all’articolo 3 quinto comma.


Norme transitorie

1. Dopo l’ approvazione dello Statuto della Federazione dell’Ulivo da parte del terzo Congresso, fino al prossimo Congresso nazionale tutte le decisioni relative a ulteriori cessioni di sovranità alla Federazione o alla coalizione sono approvate dal Consiglio nazionale a maggioranza dei componenti e, qualora richiesto da un quinto dei componenti l’Assemblea congressuale, dall’Assemblea stessa.

2. Le Unioni regionali approvano entro sei mesi i loro Statuti, in coerenza coi principi, i valori e le scelte organizzative del presente Statuto. Per entrare in vigore lo Statuto deve ricevere un parere di conformità dal Consiglio nazionale dei garanti. Fino all’approvazione del nuovo Statuto regionale tutte le norme regionali previgenti sono decadute, tranne quelle che assicurano l’ordinaria amministrazione e comunque non incompatibili col presente Statuto.

3. Per i referendum di cui all’articolo 29 resta integralmente in vigore il Regolamento vigente fino all’approvazione di successive modifiche o di un nuovo testo.

4. Il Regolamento interno del Consiglio Nazionale dei Garanti e il Regolamento disciplinare restano integralmente in vigore fino all’approvazione di successive modifiche o di un nuovo testo.

5. Il Regolamento sull’uso del simbolo, di cui al comma 2 dell’Articolo 2, è approvato dalla Direzione entro tre mesi dal suo insediamento.

6. Le Associazioni di tendenza riconosciute come tali al momento dello svolgimento del III Congresso nazionale e i soggetti politici che hanno indetto gli Stati Generali di Firenze qualora lo richiedano sono automaticamente riconosciute quali Associazioni politico-culturali.

7. Il Presidente del Comitato dei Garanti e il Segretario politico nominano, di comune intesa, una commissione incaricata del coordinamento formale del testo approvato.

8. Le parole Unità di Base sono sostituite da “Sezioni”, ovunque ricorrano nel testo.