
«Ogni sovreccitazione di tono, ogni radicalizzazione, sono le manifestazioni - continua - di un conflitto esasperato che secondo me non incontra l'opinione pubblica, anzi – conclude Fassino - rischia di allontanarla».
Il segretario Ds prende spunto da un'inchiesta pubblicata oggi dal “Sole 24 Ore” per esortare Berlusconi a cambiare obiettivo nella sua campagna elettorale. «Oggi su un grande quotidiano si analizzano i comportamenti elettorali del mondo del lavoro dipendente, di qualsiasi categoria, suddiviso poi in Nord, Sud, tipo di lavoro, età, livello di scolarizzazione - spiega Fassino -. In questa inchiesta mi colpisce una cosa: non c'è una sola di queste categorie in cui il centrodestra abbia più voti del centrosinistra, è un dato generale di delusione nei confronti della destra e dell'azione di governo».
«E' questo il tema su cui dovrebbe misurarsi il presidente del Consiglio, anziché prendersela con me o con i magistrati la domanda semplice che dovrebbe chiedersi chi ha governato il Paese è perché 5 anni fa aveva la fiducia della maggioranza degli italiani e oggi non ce l'ha più - prosegue il segretario della Quercia -. Io posso essere l'uomo peggiore del mondo e i magistrati delle toghe rosse, ma il problema di Berlusconi è se gli italiani, il 9 aprile, lo votano o no, non sono io».
Passando ad affrontare le questioni del lavoro, della precarietà e della flessibilità, Fassino afferma: «Attualmente il lavoro non offre certezze e un paese che non sa garantire, non ha futuro. Il problema del lavoro precario e mal retribuito è quello da affrontare per primo. E' vero che la società è diversa, più mobile, dinamica e flessibile soprattutto nel lavoro e ciò è dimostrato dal fatto che il 33% degli italiani ha cambiato una volta il lavoro e il 20% almeno due volte, ma un conto è cambiare e un conto è essere precari a vita. Quasi tutti i trentenni che entrano nel mondo del lavoro - ha osservato il leader DS - abbassando certo la percentuale dei disoccupati subisce un alto tasso di precarietà. Questo problema va affrontato, è un problema serio. Nei giovani non mancano entusiasmo e passione e anche capacità di inventarsi il lavoro ma spesso il reddito è bassissimo, ad esempio 850 euro per otto ore, cinque giorni alla settimana. Le nuove generazioni sono splendide ma deboli nelle certezze».
Il segretario Ds prende spunto da un'inchiesta pubblicata oggi dal “Sole 24 Ore” per esortare Berlusconi a cambiare obiettivo nella sua campagna elettorale. «Oggi su un grande quotidiano si analizzano i comportamenti elettorali del mondo del lavoro dipendente, di qualsiasi categoria, suddiviso poi in Nord, Sud, tipo di lavoro, età, livello di scolarizzazione - spiega Fassino -. In questa inchiesta mi colpisce una cosa: non c'è una sola di queste categorie in cui il centrodestra abbia più voti del centrosinistra, è un dato generale di delusione nei confronti della destra e dell'azione di governo».
«E' questo il tema su cui dovrebbe misurarsi il presidente del Consiglio, anziché prendersela con me o con i magistrati la domanda semplice che dovrebbe chiedersi chi ha governato il Paese è perché 5 anni fa aveva la fiducia della maggioranza degli italiani e oggi non ce l'ha più - prosegue il segretario della Quercia -. Io posso essere l'uomo peggiore del mondo e i magistrati delle toghe rosse, ma il problema di Berlusconi è se gli italiani, il 9 aprile, lo votano o no, non sono io».
Passando ad affrontare le questioni del lavoro, della precarietà e della flessibilità, Fassino afferma: «Attualmente il lavoro non offre certezze e un paese che non sa garantire, non ha futuro. Il problema del lavoro precario e mal retribuito è quello da affrontare per primo. E' vero che la società è diversa, più mobile, dinamica e flessibile soprattutto nel lavoro e ciò è dimostrato dal fatto che il 33% degli italiani ha cambiato una volta il lavoro e il 20% almeno due volte, ma un conto è cambiare e un conto è essere precari a vita. Quasi tutti i trentenni che entrano nel mondo del lavoro - ha osservato il leader DS - abbassando certo la percentuale dei disoccupati subisce un alto tasso di precarietà. Questo problema va affrontato, è un problema serio. Nei giovani non mancano entusiasmo e passione e anche capacità di inventarsi il lavoro ma spesso il reddito è bassissimo, ad esempio 850 euro per otto ore, cinque giorni alla settimana. Le nuove generazioni sono splendide ma deboli nelle certezze».