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martedì 21 febbraio 2006

Fassino: noi espelliamo gli estremisti, la destra cerca con loro un accordo

Il segretario dei Ds, Piero Fassino, dai microfoni di Radio anche noi, commenta gli atti di violenza che ancora percorrono le strade di alcune capitali medio orientali, suscitati dalla pubblicazione delle famose vignette su Maometto. «Quelle manifestazioni sono il segno di uno scontro profondo tra Occidente e islam - afferma il segretario dei Ds - l'11 settembre è stato uno spartiacque e la guerra in Iraq è stata percepita dai pesi arabi come contro di loro, le elezioni in Palestina e la crisi iraniana sono anch'essi un sintomo di questa frattura».Fassino tiene a puntualizzare la sua condanna per quelle manifestazioni di violenza, ma, «se si vuole evitare che prevalgano derive fanatiche e integraliste, allora si deve sviluppare il dialogo, il confronto con le classi dirigenti moderate dei Paesi islamici». E' questa, in sintesi, la convinzione del segretario dei Ds Piero Fassino che è tornato a criticare la posizione della Lega e in particolare dell'ex ministro per le Riforme Roberto Calderoli. Quello di quest'ultimo, infatti, non è «certamente il modo» di affrontare il problema del fondamentalismo. Per il leader della Quercia, infatti, l'unica strada per scongiurare il conflitto tra civiltà è tenere aperto il «dialogo interreligioso, interculturale, interetnico. Calderoli in realtà - sottolinea Fassino - non ha solo compiuto la gaffe della maglietta, per giorni e giorni ha rilasciato interviste che chiaramente avevano il senso della sfida per gli islamici».Fassino torna poi a stigmatizzare gli slogan uditi sabato scorso nel corso di una manifestazione sulla Palestina che inneggiavano all'attentato contro gli italiani a Nassiriya che costò la vita a 19 militari. «Sono slogan inqualificabili - afferma il segretario dei Ds - e chiunque convoca una manifestazione deve avere la capacità e la responsabilità di arginare e di respingere queste provocazioni. Gli imbecilli e gli estremisti – aggiunge - ci sono in ogni schieramento. Ma c'è una differenza: noi li espelliamo dal nostro sistema, la destra invece ricerca con gli estremisti un accordo».Il segretario Ds critica infatti l’alleanza della Cdl con la destra estrema rappresentata da Alessandra Mussolini e Pino Rauti. «Il 1° marzo Berlusconi andrà negli Stati Uniti e parlerà davanti al congresso, in uno dei paesi che ha liberato l'Europa dal nazismo e dal fascismo, un paese fondato su profondi valori democratici, liberali e antifascisti: si rende conto che vi andrà dopo pochi giorni che avrà contratto un'alleanza con forze e parole d'ordine che negli Stati Uniti non sarebbero mai accettate da nessuno?». «Molti di questi movimenti neonazisti e neofascisti, anche se non candidati, chiederanno di votare per lo schieramento politico di Berlusconi perché sono suoi alleati. Quando in Francia si è paventata l'ipotesi che Lepen potesse diventare presidente della Repubblica francese - rileva Fassino – la destra conservatrice ma antifascista, come il gollismo e Chirac, non ha esitato a chiedere i voti ai socialisti e alle forze democratiche, che non glieli ha negati, pur di non farlo parlare: ci sono discriminanti in politica che non possono essere travolte in nome del fatto che si devono vincere le elezioni».D’altronde non stupisce che Berlusconi faccia l'alleanza con neofascisti e neonazisti dato che «è l'unico presidente del consiglio che in 5 anni di governo non è mai riuscito a celebrare il 25 aprile, si è sottratto anche con delle scuse un po’ miserevoli, un anno, per dirne una, si era slogato un braccio. E' chiaro - conclude il leader della Quercia - che in Berlusconi i valori dell'antifascismo non hanno nessuna radice, almeno non si allei con nazisti e con fascisti».