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lunedì 10 settembre 2007

Fassino: manovra di sviluppo, risanamento e riduzione fiscale

«Certamente, grazie ai risultati raggiunti con la Finanziaria dell'anno scorso, possiamo presentarci al Parlamento con una Finanziaria che sarà meno onerosa per i cittadini e più vocata sia a sostenere crescita e sviluppo, sia ad attivare misure di riduzione fiscale». Sono queste le parole del segretario dei Ds Piero Fassino al termine della riunione tra i leader dell’Unione tenutasi a Palazzo Chigi in cui al centro delle discussione c’era proprio un confronto preliminare sulla legge di Bilancio per il 2008.

«E' stata una riunione molto utile – prosegue il numero uno della Quercia – in cui il ministro Padoa-Schioppa ha illustrato le linee guida della legge Finanziaria che sono sostanzialmente tre: consolidare ulteriormente la crescita che abbiamo conosciuto in questo anno che abbiamo alle spalle, sostenendo investimenti e politiche di ripresa; continuare nella strategia di risanamento dei conti pubblici, proseguendo la linea di riduzione del deficit, del debito e di riqualificazione della spesa pubblica; attivazione di misure di equità sociale, ivi comprese misure di alleggerimento fiscale che siano compatibili con il rigore dei conti pubblici e il sostegno alla crescita e alla ripresa».

«Tutti – sottolinea Fassino – abbiamo constatato come la legge Finanziaria che stiamo predisponendo potrà essere più leggera grazie ai risultati positivi della legge Finanziaria dell'anno scorso. Si può ben vedere oggi che lo sforzo particolarmente significativo e grande che l'anno scorso abbiamo perseguito con la Finanziaria ha prodotto risultati che ci consentono oggi di guardare ai prossimi mesi e ai prossimi anni con maggiore fiducia e di presentare agli italiani una politica economica meno onerosa grazie proprio ai risultati che abbiamo conseguito in questo primo anno».

Se si dovesse scegliere una parola che riassuma il senso della riunione di oggi a Palazzo Chigi, questa è sicuramente la parola “collegialità”. Ogni interlocutore dell’Unione ha detto la sua nel “giro di tavolo” svolto nella sede del governo. L'obiettivo è quello di mettere in chiaro fin da subito quali siano le priorità di ogni singola forza che compone la coalizione per avere un quadro più limpido della situazione. Dalla prossima settimana (10 settembre) sempre in quest’ottica, verranno presentati al ministro Padoa-Schioppa i dossier contenenti i tagli di spesa da effettuare in ogni ministero.

Il metodo della collegialità è stato molto apprezzato (anche dallo stesso Romano Prodi che lo giudica «faticoso ma che dà buoni frutti») in quanto libera tempestivamente il campo da qualsiasi tipo di incomprensione tra gli alleati di governo. Antonello Soro, coordinatore della Margherita e del comitato promotore del Pd, ritiene «ragionevole che tutte le parti della coalizione preparino delle proposte e che poi spetti al governo nella sua collegialità e al presidente del Consiglio la sintesi. Tutti – aggiunge – condizioniamo il governo e la qualità del prodotto che viene fuori dal Consiglio dei ministri».

Anche da parte della sinistra cosiddetta radicale, che settimana prossima presenterà al premier il suo documento sulla politica economica del governo, sono arrivate parole d’apprezzamento per la riunione tenutasi oggi. «Le grandi questioni - ha affermato il leader di Sinistra democratica Fabio Mussi - sono lavoro, ambiente, innovazione, ricerca, formazione, diritti». Nella riunione «è stato stabilito un metodo, quello della collegialità nel governo e nella maggioranza. Daremo un contributo positivo per una discussione che possa portarci ad un salto di qualità».

Tra le priorità della Finanziaria c’è dunque, come affermato da Fassino, la riduzione della pressione fiscale, compatibilmente al processo di risanamento economico e di crescita del Paese. A confermarlo è il ministro per l’Attuazione del Programma Giulio Santagata. «L'anno scorso la priorità del Governo era quella di far quadrare i conti. Quest'anno, invece, i margini di manovra sono più ampi e si basano su due principi: non aumentare la pressione fiscale e non presentarci a Bruxelles se il bilancio non è a posto».

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